“A me piace halloween, ho sempre avuto paura di Santa Claus! Come si fa a non avere paura di un omone grande e grosso, con la barba bianca, vestito di rosso, che scende dal camino?”
Così Tim Burton risponde all’intervista curata da Iodonna. E in questa sua risposta riecheggia il ricordo di quel suo “Nightmare Before Christmas” ambientato nella città di halloween e di Jack inizialmente impaurito dalla grande figura di “Babbo Nachele”. Come racconta egli stesso (ma anche come possiamo dedurre dai suoi film), Burton era un bambino solitario, “vagamente strano” e con la testa tra le nuvole e così è anche il protagonista del suo ultimo film, “Frankenweenie”.
Un efficace autobiografismo trasposto nel personaggio di Victor è palese: “il mio interesse iniziale nei confronti di Frankenweenie era basato sull’idea di un ragazzo che diventa grande e sulla mia passione per gli horror; ma mi sono ispirato anche al forte legame che ho avuto, quando ero bambino, con il mio cane!”.
I film di Frankenstein sono un esplicito punto di riferimento nella realizzazione di Frankenweenie (ma anche nella sua produzione cinematografica in generale): il piccolo Victor che ha perso il suo cane si affida alla scienza per riportarlo in vita (un po’ come avrebbe voluto fare il piccolo Tim, una sorta di alterego quindi, che perse anch’egli il cane morto di cimurro), dando il via a un carnevale di mostri creati dai bambini della scuola.
Frankenweene è una tenera storia d’amicizia tra un bambino ed il suo cagnolino Spookie e allo stesso tempo ripropone tematiche ricorrenti nel cinema Burtoniano: il genere horror, i personaggi “fuoriposto” ed eccentrici, la critica ai sobborghi piccolo borghesi. Con la realizzazione di questo film, Burton torna anche indietro nel tempo, al 1984, quando realizzò il cortometraggio omonimo con lo stesso cane (Spookie) finanziato dalla Disney (che non lo gradì per niente).
Oggi il lungometraggio che aveva sempre sognato è stato realizzato in stop-motion per Walt Disney (uscita prevista per il 18 gennaio 2013 nelle sale italiane) e presentato in anteprima assoluta nazionale ieri a Sorrento per il Noir in Festival di Courmayeur, portando sul grande schermo un inedito connubio tra tecniche avanzate in 3d e il nostalgico sapore retrò del bianco e nero.
Eleonora Mirabile








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