Ritrovamento di una sfinge egizia


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Roma. Una sfinge egizia di cm 120 x 60 e’ stata recuperata, dai finanzieri del Comando Provinciale di Roma, nell’area della necropoli di Montem Rossulum. La sfinge stava per essere portata all’estero: era già imballata in una cassa nascosta in una serra. Le indagini vengo svolte dal Gruppo Tutela Patrimonio Archeologico del Nucleo di Polizia Tributaria di Roma.

La sfinge egizia in granito africano, proveniente da un sito sepolcrale della Tuscia, era il probabile decoro di un ambiente funerario gentilizio etrusco o di una villa suburbana d’ozio. Le indagini del Gruppo Tutela Patrimonio Archeologico del Nucleo di Polizia Tributaria di Roma hanno preso le mosse dal controllo casuale di un automezzo industriale, nel corso del quale e’ stato trovato un corredo ceramico proveniente da scavo nonche’ una copiosa documentazione fotografica della pregiata scultura egizia. Grazie alla perquisizione domiciliare subito scattata nei confronti del conducente, sono stati acquisiti altri elementi legati alla sfinge, provenienti da scavi clandestini eseguiti a Monterosi, in provincia di Viterbo.

Sarebbe episodica, secondo i funzionari della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale, la presenza di opere della specie nella facies viterbese, che comunque attestano l’esistenza di scambi culturali con altri paesi del Mare Mediterraneo. L’importazione in Italia di materiali egiziani, iniziata nel I sec. a.C. con la conquista romana dell’Egitto, ando’ intensificandosi in eta’ imperiale, specie tra la fine del I e l’inizio del II sec. d.C., a seguito della crescente diffusione e popolarita’ dei culti isiaci in occidente e a Roma in particolare. La sfinge, che misura cm 120 x 60, si presenta coperta da concrezioni calcaree, segno inequivocabile della provenienza da un contesto ipogeo.

 

Giuliana Ventura.

 

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