Il fenomeno degli “orti sociali”


Per combattere la crisi economica, i nostri cugini d’oltralpe si sono rimboccati realmente le maniche e hanno iniziato a coltivare  orti negli spazzi pubblici delle città, donando gratuitamente i prodotti ai passanti. Gli “orti collettivi” o “orti sociali”sono un fenomeno che sta spopolando in Francia, in particolare nella regione della Loira e sulla costa atlantica. Questa nuova forma di solidarietà sociale nasce dal movimento Incroyables Comestibles, che crea orti in luoghi pubblici accessibili a tutti e si ispira all’inglese Food to share, nato nel 2008 a Todmorden, nell’Inghilterra del Nord.  La disoccupazione stava colpendo alcune cittadine industriali del nord, allora gli abitanti  decisero di mettere a disposizione di tutti i prodotti dei loro orti. Patate, carote, insalata, legumi di ogni tipo e frutta all’improvviso non furono più scarsi, e il movimento si allargò ai luoghi pubblici, dove parchi e giardini in pochi mesi non furono più solo località di svago, piuttosto divennero posti di produzione e di incontro. Inoltre gli orti sociali, rappresentano un elemento essenziale per la salute fisica e psichica degli uomini e migliorano la qualità della vita di tutti i cittadini. Ortaggi sani coltivati nel proprio orto, permettono una dieta variata, il contatto con il ciclo di crescita naturale e la creatività del giardinaggio stimolano i sensi.

Numerosi sono i progetti che stanno nascendo in questi anni in Europa. In Olanda hanno realizzato il progetto Park Supermarket che rovescia il rapporto tra città e produzione di cibo. La produzione di cibo è al centro della città che vive solo del cibo che produce, rispettosa dell’equilibrio uomo-ambiente-cibo. A Chiasso nella Svizzera italiana è partito un progetto per la realizzazione di 60 orti urbani permanenti aperti a giovani, famiglie, anziani nel segno della solidarietà e della condivisione.

 

Maria Chiara Coco

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