E’ certo che non avrebbe potuto trovare modo migliore per festeggiare il suo compleanno: spegnere sessantasei candeline e celebrare l’evento con l’uscita di “Where are we now”, il primo singolo che ha anticipato il suo nuovo album “The Next Day”.
Quella dell’8 gennaio 2013 è una data da considerare, quindi, come un vero e proprio evento, sinonimo di rinascita, per la carriera di David Bowie che per 10 lunghi anni si era abbandonato al silenzio dopo l’ultimo album “Reality” pubblicato nel 2003.
È il primo materiale inedito da dieci anni e il segnale che il Duca Bianco, da tempo reclusosi a New York con la moglie Iman e la figlia Alexandria, abbia intenzione di tornare sotto le luci della ribalta. I media britannici lo hanno già definito il più gradito ritorno della storia del rock. E soprattutto il più inaspettato.
Di stampo retrò-futurista è il primo risultato di questa ballata struggente che trasuda nostalgia e malinconia, con atmosfere anche drammatiche di una Berlino anni ’70 dove Bowie ha inciso alcuni dei suoi clssici come “Low”, “Lodger”, “Heroes”. Ossessivamente si ripete quel “dove siamo ora?” indicando un disorientamento personale e tuttavia comune a tanti altri. La canzone riflette gli struggimenti di un uomo che vaga nei ricordi, convinto che quei tempi non ritorneranno più. Il Bowie che ri-troviamo oggi è decisamente riflessivo, intimista e profondo. Il videoclip prodotto da Tony Visconti e diretto da Tony Oursler riflette questa atmosfera con particolare attenzione all’amara e disincantata concezione dello scorrere inesorabile del tempo.
“The Next Day” vedrà la luce il 12 marzo 2013 accompagnato dall’inaugurazione nello stesso mese di una mostra al Victorian&Albert Museum di Londra intitolata “David Bowie Is”: memorabilia, abiti di scena, testi, spartiti, fotografie e video per una celebrazione tout court di uno degli artisti cardine che non ha influenzato soltanto la musica contemporanea.
Eleonora Mirabile








Lascia un commento