LA CASSAZIONE DIFENDE TUTTE LE FAMIGLIE.


padri e figli

 

 

2013: anno di cambiamenti? Sembra di si, e quanto meno in positivo, per le famiglie omosessuali.

Portavoce del cambiamento è la Cassazione che afferma come non sia altro che un «mero pregiudizio» sostenere che «sia dannoso per l’equilibrato sviluppo del bambino il fatto di vivere in una famiglia incentrata su una coppia omosessuale». 

La Prima sezione civile, con la sentenza n.601, infatti, si è così espressa affrontando il caso scatenato da una causa di affidamento tra un uomo di religione islamica e una donna italiana, successivamente  andata a convivere con un’amica.

L’uomo, in Cassazione, richiamando l’art. 29 della nostra Costituzione, ha contestato l’esclusivo affidamento del figlio accordato alla madre dalla Corte d’appello di Brescia (26 luglio 2011), sulla base del fatto che il bimbo era inserito in una famiglia gay, per cui avrebbero potuto esserci «ripercussioni negative sul bambino».

La Cassazione ha, però, respinto il ricorso evidenziando che alla base delle lamentele «non sono poste certezze scientifiche o dati di esperienza, bensì il mero pregiudizio che sia dannoso per l’equilibrato sviluppo del bambino il fatto di vivere in una famiglia incentrata su una coppia omosessuale». In questo modo, prosegue ancora la Corte, «si dà per scontato ciò che invece è da dimostrare, ossia la dannosità di quel contesto familiare per il bambino, che comunque correttamente la Corte d’appello ha preteso fosse specificamente argomentata».

L’Arcigay non fa attendere la propria risposta e parla ovviamente di sentenza storica: “Quello di oggi è un pronunciamento istituzionale storico che da un assist formidabile alla futura maggioranza per legiferare finalmente per il matrimonio tra persone dello stesso sesso e la piena uguaglianza delle famiglie”, dice il presidente Flavio Romani, ricordando al contempo che in Italia “esistono migliaia di figli e figlie di coppie omosessuali che sono discriminati per legge: è un orrore sociale e legislativo che va rapidamente superato”.

Vi è di più però se si considera che tali orientamenti non sono innovativi per le nostre Corti. Come ricorda, infatti, lo stesso Romani “Ancora una volta, un tribunale italiano da ragione alla famiglia composta da persone dello stesso sesso. Non solo, negli anni scorsi, la Corte Costituzionale e la Corte di Cassazione hanno dichiarato il matrimonio omosessuale perfettamente compatibile con la nostra Costituzione, ora la Corte di Cassazione ribadisce quello che ripetevamo da tempo e cioè che un bambino cresce in una famiglia di mamma e mamma o di papà e papà esattamente allo stesso modo di un bambino che cresce in una famiglia uomo-donna”.

“E’ l’amore – commenta Arcigay – che cresce un figlio o una figlia, non l’orientamento sessuale dei genitori”.

Si spera che la pronuncia della Cassazione rappresenti la “spinta” decisiva che i nostri politici attendevano per decidere di legiferare su una materia tanto dibattuta, riconoscendo il matrimonio tra persone dello stesso sesso e la piena uguaglianza delle famiglie.

Sarebbe un atto dovuto, necessario per rispondere ad una realtà attuale e in larga crescita, che non può più essere lasciata senza tutele normative solo a causa di pregiudizi arcaici.

Angela Scalisi

 

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