Ha collezionato ben 12 nomination agli Oscar, diventando il film favorito agli Academy Awards 2013. Stiamo parlando del biopic di Steven Spielberg, Lincoln, interpretato da un magistrale e camaleontico Daniel Day-Lewis. In attesa di scoprire quante statuette porterà a casa il prossimo 24 febbraio.
Non è un film biografico sul personaggio che gli dà il titolo, ma sulla politica, di ieri e di oggi.
Il film di Spielberg si concentra invece – con piglio romanzesco, a volte buffo, a volte melodrammatico – sulle strategie politiche con cui il sedicesimo Presedente degli Stati Uniti riuscì a far approvare il celebre XIII Emendamento della Costituzione, quello che abolì la schiavitù. L’approvazione, che era stata abbastanza semplice al Senato, incontrava invece grossi problemi alla Camera, dove alla fine passò con una risicatissima maggioranza dei due terzi. Era il gennaio del 1865. L’argomento chiarisce gli obiettivi del film, perché focalizza la riflessione sul rapporto tra fini politici e mezzi istituzionali – ovvero lo sforzo bellico (e quindi il sacrificio di vite umane), gli scambi di favori, la propaganda. Negli stessi mesi, infatti, si stavano consumando gli ultimi fuochi della terribile Guerra di Secessione. Lincoln, in quel frangente, si trovò di fronte a una scelta fatale: trattare la pace con i rappresentanti dell’Unione Secessionista, disponibile a interrompere le ostilità, e compromettere così l’approvazione dell’Emendamento (molti Stati erano disponibili a votarlo solo perché convinti che in tal modo la guerra sarebbe terminata); o continuare con la guerra, compromettere altre vite, ma forzare così la mano ai deputati e mettere per sempre fine alla schiavitù.
Un film che della politica riafferma ruolo e centralità anche e forse soprattutto attraverso i compromessi che richiede, che ridimensiona alcune ingenuità legate alla democrazia rappresentativa (i discorsi del radicale Thaddeus Stevens di Tommy Lee Jones lo esplicitano chiaramente) e che, in un’era in cui il termine “politico” sembra essere diventato un insulto, restituisce ruolo e dignità a quella che può e forse deve essere una professione.
Ecco che allora si comprendono e si giustificano anche le retoriche di Spielberg, che piega il suo stile al contenuto, e che rilancia la democrazia e le sue straordinarie potenzialità proprio nel mostrarle indissolubilmente legate al primato dell’attività politica. Un’attività politica che è, anche, rinuncia, compromesso e perfino sotterfugio.
Spielberg racconta quella che allora e ieri era una realpolitik, capace di toccare tanto il pubblico quanto il privato, e che in un passato più recente è degenerata spesso in un’attività priva di etica e morale: cinica, opportunista e corrotta.
Spielberg ha replicato al giornalista del Tg1 Vincenzo Mollica, alla domanda se il “fine giustifica i mezzi”, proprio come diceva Machiavelli, facendo riferimento alla politica, non sempre trasparente di Abramo Lincoln, a cui si assiste nel suo film: <<Secondo me lo scopo principale della democrazia è di portare le cose a buon fine. Lincoln ha avuto una straordinaria occasione per unire il Paese e sconfiggere la schiavitù. Insomma ha vissuto un tempo non ordinario e dunque si può anche capire che ha utilizzato metodi non proprio legali per ottenere il suo risultato>>. Sally Field: <<Non credo ci siano stati compromessi da parte del presidente Lincoln. E poi, va detto, ci sono compromessi e compromessi, e a volte utilizzarli può essere la cosa migliore da fare. L’importante è progredire e governare con giustizia>>, nel film interpreta la moglie Mary.
La scheda del film:
REGIA: Steven Spielberg
ARTISTI: Daniel Day-Lewis, Sally Field, David Strathairn, Joseph Gordon-Levitt, James Spader, Hal Holbrook, Tommy Lee Jones, Lee Pace, David Oyelowo, Jackie Earle Haley, Bruce McGill, Tim Blake Nelson, Joseph Cross, Jared Harris, Peter McRobbie, Gulliver McGrath, Gloria Reuben, Jeremy Strong, Michael Stuhlbarg, Boris McGiver, David Costabile, Stephen Spinella, Walton Goggins, David Warshofsky, Colman Domingo, Lukas Haas, Dane DeHaan, Carlos Thompson, Bill Camp, Elizabeth Marvel, Byron Jennings, Julie White
SCENEGGIATURA: Tony Kushner, John Logan, Paul Webb
DISTRIBUZIONE: 20th Century Fox
PAESE: USA, India
USCITA CINEMA: 24/01/2013
GENERE: Biografico
DURATA: 150 min
TRAMA: Il film, basato sul best seller “Team of Rivals”, scritto dal drammaturgo Tony Kushner, è incentrato sullo scontro politico tra il presidente Lincoln e i potenti uomini del suo gabinetto per l’abolizione dalla schiavitù degli afroamericani alla fine della Guerra civile.
Giuliana Ventura.







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