L’unicità del prodotto questa volta non dipende dalle mani del sarto più esperto o dalle mani più delicate o dal filato più pregiato bensì dal volere del vento. I mulini a vento hanno dato lo spunto ad una designer olandese, Merel Karhof, per l’invenzione installata e funzionante già sul balcone del suo laboratorio londinese costituita da una pala eolica che alimenta un telaio per maglieria. La Karhof stabilitasi in passato per qualche anno in Italia ha chiamato questo suo “assemblaggio” Wind Knitting Factory, la macchina per maglieria alimentata esclusivamente dal vento. Una sorta di tre piedi sorregge le pale eoliche formanti un diametro complessivo di circa un metro, il vento apporta energia all’elemento rotante e, attraverso la trasmissione, al sistema del telaio per maglia non di grandi dimensioni. È il vento che decide quando produrre e mettere in funzione la fabbrica di sciarpe collocata all’interno ed è lo stesso vento che imprime velocità ai ferri della macchina a velocità non costante. La particolarità ulteriore è che la sciarpa così prodotta viene fatta discendere dal balcone fungendo in tal modo da indicatore della quantità di vento presente in città. Successivamente il tessuto pendente viene raccolto e tagliato in singole sciarpe che vengono ulteriormente lavorate al piano inferiore. L’unicità di ogni singolo pezzo è riscontrabile nell’etichetta in cui è possibile leggere la data e l’ora della lavorazione, il tempo impiegato alla produzione ed, infine, la quantità di vento sfruttata. La lunghezza di ogni sciarpa non supera i due metri mentre le lane impiegate e i colori variano di continuo per diversificare la produzione come è normale che sia.
Ai più curiosi non resta che cercare su internet dove poter comprare queste meraviglie del genio umano, riflettendo, se è possibile, su quanta energia solitamente viene sprecata o non utilizzata durante l’arco di una giornata.
Paolo Licciardello
Acicastello Informa 
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