L’U.E. riconosce il carattere iniquo dell’IMU e la violazione di almeno tre principi costituzionali.
A scatenare il tutto l’intervento dell’ex Ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, alla trasmissione “In Onda”, in cui lo stesso ha invitato i cittadini a procedere con “un ricorso gratuito contro l’IMU sulla propria abitazione” per combattere contro un imposta che viola i principi di equità sociale. La Commissione Europea, infatti, si è prontamente attivata e in un rapporto sulla situazione sociale dell’occupazione in Europa (“Rapporto 2012 su Occupazione e Sviluppi Sociali”), è intervenuta concludendo che: “L’IMU deve essere modificata per renderla più equa e per conferirle un effetto redistributivo“.
Nessuna certezza però sull’esito di un eventuale rimborso. Tale incertezza non sta, comunque, scoraggiando i cittadini e le stesse associazioni dei consumatori, le quali fanno sapere di essere sommerse da numerosissime richieste di assistenza.
Prima di tutto, va sottolineato che per presentare qualsiasi richiesta di rimborso non bisogna pagare nessuna iscrizione o “contributo”, come spiegano giustamente con una nota chiarificatrice la Federconsumatori, la Adiconsum ed l’Adoc di Alessandria.
La Federconsumatori, l’Adiconsum ed l’Adoc di Alessandria, fanno inoltre presente “che per ottenere l’eventuale pronuncia della Corte Costituzionale, basterebbe la remissione degli atti di una sola Commissione Tributaria Provinciale chiamata a decidere su un singolo ricorso, senza alcuna necessità di adesioni collettive o di azioni di classe (quanto mai improbabili), evidenziano che tale decisione ricadrebbe su tutti i contribuenti“. Vinto un ricorso, vinti tutti.
Per ottenere il rimborso bisogna, dunque, presentare al proprio Comune una semplice istanza di rimborso dell’IMU versata nel corso del 2012, corredata dalle ricevute di pagamento. Decorsi 90 giorni, “ed in caso di mancata risposta da parte del Comune, è possibile proporre ricorso alla Commissione Tributaria Provinciale. Successivamente, se anche una sola delle Sezioni delle numerosissime Commissioni Tributarie italiane dovesse rimettere gli atti alla Corte Costituzionale, quest’ultima sarebbe obbligata a esaminare e a pronunciarsi sulla questione. Se la Corte Costituzionale dovesse definire incostituzionale l’IMU, anche solo in parte, tutti i cittadini potrebbero richiedere ed ottenere il rimborso.
Per ottenere il modello da presentare all’Ufficio Tributi basta rivolgersi al proprio Comune di residenza o scaricarlo on line. Il termine entro il quale bisogna presentare le domande è il 28 febbraio 2013.
Il rimborso è dovuto soltanto se la quota IMU è superiore a dodici euro.
“L’incostituzionalità” dell’IMU, che potrà essere utilizzata come unico motivo di ricorso, deriva dall’applicazione imposta dal decreto legge 201/ 2011 in merito alla crescita dei conti pubblici in una particolare situazione di crisi.
I vizi contestati hanno origine dalla scelta di sviluppo della base imponibile dell’IMU, base che è stata identifica nei valori immobiliari rivalutati di colpo e di imperio in forma lineare. Secondo l’applicazione del decreto legge tali valori, infatti, non hanno alcun collegamento con i valori economici reali sottostanti ed in più senza flessibilità nella previsione di criteri correttivi successivi. Una flessibilità che, al contrario, sarebbe necessaria proprio per la caratteristica principale dell’imposta IMU che è e resta una patrimoniale permanente.
Nella meccanica della valutazione dell’IMU risiede anche l’errore iniziale della moltiplicazione della tassa che si amplifica proprio con l’avanzare della crisi: “lo sbaglio” è quantificato con l’aumento esponenziale della tassa imposta proprio quando le casse dello Stato sono più vuote.
Un altro errore del calcolo del valore dell’IMU è riferito ai valori immobiliari: questi ultimi, infatti, scendono mentre il debito che deriva dalla tassa è sempre uguale.
Il principio anticostituzionale della tassa viene, dunque, identificato nella incapacità dei più poveri di far fronte a questa tassa evidenziando la diseguaglianza sociale.
La Costituzione favorisce, infatti, l’accesso alla “proprietà dell’abitazione” e “tutela il risparmio”, mentre l’Imu va in direzione radicalmente opposta: non favorisce l’accesso ma il decesso della proprietà dell’abitazione, non tutela ma attenta alla base stessa del risparmio.
Non resta, dunque, che attendere le prime risposte dei Comuni Italiani, con un sincero invito a presentare le domande di rimborso.
Angela Scalisi







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