In questa settimana ricca di avvenimenti inconsueti fa eco in tutto il mondo la scelta di Papa Benedetto XVI di dimettersi. Numerosi sono i quesiti da parte dei fedeli che non riescono ancora a capacitarsi della scelta compiuta da Sua Santità.
Il 27 febbraio c.m, si svolgerà l’ultima udienza papale prima delle dimissioni che seguiranno il giorno successivo, sarà svolta in Piazza San Pietro in modo da poter garantire una ampia partecipazione e in maniera tale che il Santo Padre possa rivolgere il suo ultimo saluto in maniera “ufficiale”.
«È e rimane uno dei più importanti teologi del nostro tempo», ha affermato la connazionale Merkel. Il mandato del pontefice della Chiesa cattolica è «straordinariamente impegnativo da tenere sulle proprie spalle. Ha avuto un grande coraggio», ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, parlando con i giornalisti al Quirinale in merito alla decisione di Papa Benedetto XVI. Nel corso del recente concerto nella Sala Nervi per celebrare l’84esimo anniversario dei Patti Lateranensi, Benedetto XVI avrebbe confidato a Napolitano l’intenzione di dimettersi. E’ quanto sottolineano fonti vaticane all’Adnkronos.
«Poscia ch’io v’ebbi alcun riconosciuto,
vidi e conobbi l’ombra di colui
che fece per viltade il gran rifiuto.»
Quali sono i precedenti storici di chi ha rinunciato al soglio pontificio? In ordine cronologico possiamo ricordare: Clemente I ( 88 – 97 d.C ), Ponziano ( 231 – 235 d.C ), Silverio (536 – 537 d.C ), Martino V ( VIII sec.), Benedetto IX ( 1033 – 1048 d.C) , Celestino V ( 1294 d.C ), Gregorio XII ( 1406 – 1415 d.C).
Seicento anni dall’ultimo Papa che ha abdicato la storia si ripete. Cosa farà all’indomani del 28 febbraio Joseph Ratzinger? Il conservatore che ha rivoluzionato indirettamente la Chiesa scegliendo di scendere dalla barca di San Pietro ha affermato: ” Anche se mi ritiro adesso sono sempre vicino in preghiera a tutti voi e voi sarete vicini a me anche se rimango nascosto per il mondo“. Incontrando nell’aula Paolo VI il clero romano, sei giorni addietro, in uno dei suoi ultimi impegni pubblici come Papa, Benedetto XVI, è sembrato quasi indovinare le tante domande che si affastellano nelle menti dei presenti che sono rimasti ancor oggi spiazzati dalla sua decisione. E si chiedono, loro come il mondo intero, come condurrà ora la sua vita il Pontefice dimissionario. “Grazie a voi, grazie per il vostro affetto, per il grandissimo amore per il Papa”, li ha salutati il Pontefice. Poi ha iniziato il suo discorso, per quasi un’ora, interamente a braccio. Una lezione sulla storia del Concilio Vaticano II in cui ha spiegato quali attese e quali speranze quell’evento ha suscitato nella Chiesa. E in cui ha stigmatizzato il Concilio dei media che non “si è realizzato” e “il vero Concilio che man mano si realizza e diventa vero rinnovamento”.
Il papa si dedicherà alla regola della clausura ritirandosi presso il monastero “Mater Ecclesiae” che si trova lungo le mura che Leone IV (847-855) fece erigere nel 847 per proteggere la Basilica di San Pietro dall’attacco dei Saraceni. Qui le monache di clausura, volute da Papa Giovanni Paolo II, sostengono con la loro preghiera il quotidiano servizio del Pontefice. Dal 2009 erano presenti le monache visitandine che però, in anticipo rispetto al previsto, hanno lasciato il monastero nel novembre del 2012 quando sono iniziati i lavori di ristrutturazione.
In attesa del nuovo conclave numerosi i nomi dei “papabili”, i più ricorrenti sono: Gianfranco Ravasi, Jean – Louis Pierre Tauran, Angelo Bagnasco, Marc Ouellet, Oscar Rodriguez Maradiaga, Tarcisio Bertone, Peter Turkson, Odilo Pedro Scherer, Leonardo Sandri e Angelo Scola.
Alessia Aleo









Lascia un commento