La scomparsa dei Partiti come grande rivoluzione democratica è il passaggio fondamentale auspicato da Beppe Grillo, appoggiato dal Premio Nobel Dario Fo. Il parlamento occupato non più da partiti ma da “movimenti sociali”: sarebbero queste le linee generali della nuova architettura della cosa pubblica che la nuova voce politica vorrebbe stilare.
Camminano di pari passo le idee di Beppe Grillo e di Dario Fo nel caotico momento post elettorale.
«Beppe Grillo è uomo di satira ( … ) Viene da lì, e quello è il suo valore. Il valore dell’uomo di satira è indiscutibile perchè questo genere di letteratura e spettacolo ha la forza della sintesi. Mette insieme, cioè, tanti concetti fondamentali. E’ con la satira che si possono scoprire grandi idee e provocare grandi sconvolgimenti – continua Dario Fo nella sua dichiarazione – Moliere diceva che si spalanca la bocca per ridere, poi si farà altrettanto con il cervello. Tanto che idee e concetti rimarranno ben intrappolati nella memoria.»
Ideologicamente bisogna aver la consapevolezza che il voler concretizzare le parole non è semplice come può apparire, ma bisogna criticamente centellinare ogni idea, ogni ipotesi tenendo sempre ben in vista l’obiettivo principale: il bene della Comunità. Corsi e ricorsi storici ci insegnano che i buoni propositi possono essere traviati, portati al collasso e dar luogo a parabole discendenti per via della mancata “solidità” concettuale. Anteporre come antisonante e duro esempio la Weimarer Republik dovrebbe servire a ricordarci la nomina del Reichskanzler nel 1930 da parte di un “movimento” non portò alla ricostruzione post crisi bensì ad una guerra mondiale. Il memorandum per queste elezioni 2013 che dovrebbe essere valido per tutti i nostri rappresentanti al Parlamento, dovrebbe essere quello di creare un percorso di “collaborazione”, senza ostruzionismo. Come lo stesso Dario Fo ha affermato le virtù di Bersani Premier devono essere garanzia delle riforme del Movimento 5 Stelle, ma non bisogna dimenticare che in primis devono essere garanzia di un Paese Migliore, ed è inevitabile porre l’esempio dell’operato di Rosario Crocetta in Sicilia.
Quello che accade in Sicilia con la lista civica del Megafono è la volontà di perseguire l’obiettivo della Rivoluzione, della Rinascita della Regione, “collaborando” e andando al di là del colore politico.
L’aggressività verbale non è risolutrice per i numerosi problemi dell’Italia.
La Sicilia diviene esempio per l’intera Nazione. Infatti sino ad oggi i deputati del “Movimento 5 Stelle” hanno trovato numerosi punti d’incontro con il presidente Crocetta. Dal ddl contro il Ponte sullo stretto, ai provvedimenti sull’agricoltura a chilometro zero, sul turismo e numerose altre questioni. Non è sancito nessuna alleanza, nessun accordo, o per dirla come Grillo “nessun inciucio” ma la parola chiave è come detto “collaborazione”.
La Sicilia è la chiave di tutto. Lo diceva Goethe, lo dice Dario Fo’: «Le affinità esistono», ha detto al Corriere della Sera, riferendosi all’asse Pd M5S «Per quel che posso mi spenderò anch’io a parlare con Grillo e con Casaleggio, tra i due il più duro e anche il più saggio».
Alessia Aleo







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