Doveva entrare in vigore l’11 marzo, e cosi è stato, il divieto per tutta l’Europa di vendere e importare cosmetici che prevedevano la sperimentazione sugli animali.
La direttiva comunitaria, la 2003/15/CE, è stata accolta con entusiasmo dal mondo delle associazioni che lottano in difesa dei diritti degli animali.
L’aspetto di maggiore novità è il definirsi, finalmente, di un quadro normativo che porterà alla graduale soppressione della sperimentazione sugli animali, almeno in ambito cosmetico (trucchi, prodotti di bellezza, creme solari, prodotti per l’igiene ecc).
Il divieto di sperimentazione si articola in:
- divieto di sperimentazione su ingredienti o combinazioni di ingredienti (quello entrato in vigore l’11 marzo 2013);
- divieto di sperimentazione sui prodotti finiti (entrato in vigore già nel 2009);
- divieto di commercializzazione.
Un importante traguardo per l’Europa e una conquista per la LAV, la lega antivivisezione, che ha dimostrato come sia possibile raggiungere traguardi di eccellenza nella sperimentazione grazie a test alternativi, assolutamente cruelty free, che riducendo e sostituendosi ai test di tossicità, ancora in uso, possono salvare moltissimi animali.
Entro l’estate le case cosmetiche dovranno, quindi, adeguarsi e dovranno sostituire anche le etichette dei propri prodotti fornendo informazioni più chiare sulle formule, soprattutto quando, al loro interno, sono contenuti elementi creati attraverso le nanotecnologie e dovrà, inoltre, essere evidenziata nell’etichetta la scadenza utilizzando il simbolo di una clessidra.
Nonostante la comunità scientifica appaia ancora divisa, sono molti i paesi a considerare i test sugli animali, condotti a fini estetici, eticamente insostenibili. In Israele e in India, ad esempio, è già stata vietata da tempo la vendita e l’importazione di prodotti cosmetici e per la pulizia realizzati con test su animali e negli Stati Uniti, il National Institutes of Health Council ha approvato una relazione in cui si chiede di smettere di utilizzare gli scimpanzé a fini di ricerca nei laboratori.
Sembra che sia stata finalmente vinta una battaglia di civiltà, battaglia sentita e sostenuta soprattutto dalla maggior parte dell’opinione pubblica.
Ora si spera che il buon esempio dato dall’Europa, leader mondiale nella produzione di cosmetici, stimoli anche altri Paesi ad adottare le stesse regole di civiltà per la produzione dei cosmetici tanto amati dal genere umano, ma cosi nocivi per i cd. “nostri migliori amici animali”.
Il rispetto per la VITA di tutti gli Esseri Viventi è una lotta che deve avere SEMPRE dei punti fermi.
Angela Scalisi







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