Se “The Next Day” ha visto la luce il 12 Marzo, adesso ci avviciniamo alla data di inaugurazione della mostra dell’anno: il Victoria&Albert Museum di Londra ospita la prima retrospettiva dedicata a David Bowie.
Mentre il suo nuovo album è al primo posto in classifica in Gran Bretagna, oltre 42 mila sono i biglietti acquistati in prevendita dal pubblico, superando ogni aspettativa, motivo per cui il museo prolungherà i tempi di durata della mostra, per poter soddisfare le continue richieste.
Intitolata “David Bowie Is”, aprirà il 23 marzo e ripercorrerà tutte le tappe della straordinaria carriera artistica e musicale del “Duca Bianco” dai primi anni Sessanta quando si chiamava ancora Davie Jones fino ai successi di oggi, esaminando i movimenti musicali e artistici che lo hanno ispirato e tracciando anche la grande e duratura influenza che lui a sua volta ha avuto sulla moda, la musica e il design per diversi decenni. «David Bowie è una delle mie più grandi fonti di ispirazione, – afferma Frida Giannini, direttore creativo di Gucci, che sponsorizza la mostra. – La sua individualità, originalità e autenticità hanno definito parte della nostra cultura. Grazie al suo genio creativo la sua influenza sulla musica, la moda, l’arte e la cultura popolare nel corso del tempo è stata incommensurabile e continuerà ad esserlo per decenni a venire».
Era il 6 luglio del 1972 quando un’esile figura dai capelli arancioni e con indosso una improbabile tuta multicolore esplodeva nella tv britannica. Era David Jones, in arte David Bowie, sul piccolo schermo di Top of the Pops. Cantava Starman, e la musica non fu più la stessa (ma neanche il costume!). Ed ecco che alla tenera età di 66 anni Bowie fa il suo ingresso trionfale al V&A Museum con memorabilia, abiti di scena, testi, spartiti, fotografie e video, schizzi e disegni originali per le copertine di dischi, strumenti musicali di proprietà dell’artista: la mostra riunisce oltre 300 oggetti per una celebrazione tout court di uno degli artisti cardine che non ha influenzato soltanto la musica contemporanea. Particolare attenzione viene dedicata alle proficue collaborazioni che Bowie ha stretto con artisti, designer, stilisti, fotografi e musicisti nel corso della sua lunga carriera. Oltre 60 costumi di scena originali saranno in mostra, dal vestito di Ziggy Stardust del 1972 con cui Bowie riuscì a scioccare il pubblico britannico alle creazioni di Kansai Yamamoto per la tournée di Aladdin Sane del 1973, dal costume da Pierrot creato da Natasha Korniloff per la copertina di Scary Monsters del 1980 al cappotto creato con la bandiera britannica creato da Alexander McQueen in collaborazione con Bowie nel 1997.
Victoria Broackes, la curatrice dell’esposizione, afferma che “David Bowie non è solo un gigante della musica ma anche una figura fondamentale per l’evoluzione della cultura pop, il nostro è il museo nazionale per l’arte, il design e lo spettacolo. E Bowie più di ogni altro è un riferimento per ognuno di questi ambiti. La sua influenza sulla musica, ma anche sulla moda, la cultura visiva e virtuale, è enorme. Molte delle cose che abbiamo visto in evoluzione in questi anni, partono da lui”.
Eleonora Mirabile








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