È servita meno di una settimana agli investigatori di Boston per trovare i responsabili delle due bombe esplose lunedì scorso durante la celebre maratona della città americana, la più antica e importante gara podistica al mondo. Si tratta di due fratelli figli di un profugo emigrato dall’Asia centrale ex sovietica, entrambi con la cittadinanza americana.
I terroristi erano stati individuati grazie alle riprese delle telecamere di sicurezza presenti lungo il percorso della corsa. Tamerlan Tsarnaev, il maggiore dei due, un ingegnere 26enne, è stato ucciso durante una sparatoria avvenuta nella notte di giovedì al MIT (Massachusetts Institute of Technology).
Il fratello minore, Dzhokhar, di 19 anni, era riuscito a fuggire, dando inizio a una caccia all’uomo di proporzioni gigantesche che ha paralizzato l’intera Boston. Dopo 24 ore di fuga e un rastrellamento casa per casa, Dzhokhar Tsarnaev è stato catturato grazie all’indiscrezione di un residente della zona che, nonostante il coprifuoco, è uscito a fare due passi nella metropoli deserta: l’uomo, infatti, ha notato delle macchie di sangue vicino ad una barca a vela, nel giardino di una casa in Franklin Street, e avvicinandosi ha visto il ragazzo ferito. Immediatamente allertate le forze dell’ordine, la zona è stata circondata e dopo una sparatoria e un lancio di “stunt grenade” (bombe che stordiscono con flash e rumore), è intervenuto un mediatore che lo ha convinto a parlare e ad arrendersi.
Nel 2011 l’FBI aveva già interrogato Tamerlan su segnalazione del governo russo, senza però andare oltre l’atto formale. Il ragazzo aveva un account su YouTube in cui pubblicava video di ispirazione terrorista e islamista.
Aurora Circià







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