Era il 10 Aprile 1998 quando venne firmato l’accordo che formalmente poneva fine alle tensioni etnico – religiose tra cattolici e protestanti sfociate nei cosiddetti “Troubles”, i disordini che dilaniarono l’Irlanda del Nord dagli anni 60’ del secolo scorso. Ma le proteste e gli scontri a Belfast, anche se meno violenti che in passato, non si sono mai fermati del tutto. Una prova tangibile della perenne tensione tra le due parti è la presenza dei muri che nella capitale dividono i quartieri cattolici da quelli protestanti. Sono le “Peace Lines”, più di 90 barriere di metallo, cemento e reticolati di filo spinato, costruite dal 1969, ed erette ancora oggi, l’ultima il 16 Settembre 2011. Il governo dell’Irlanda del Nord si è però impegnato a demolire i muri, ma non prima del 2023, dimostrando che ancora la convivenza tra cattolici e protestanti è parecchio complicata. Lo prova anche uno studio della University of Ulster, pubblicato nel settembre 2012, dal quale risulta che solo il 14% dei residenti di Belfast vuole la distruzione delle “Peace Lines” Il primo ministro dell’Irlanda del Nord, il protestante Peter Robinson ha dichiarato: “Quello che vogliamo fare è affrontare la piaga del razzismo e di altre forme di intolleranza per plasmare una società coesa, in grado di andare avanti”.
Aurora Circià







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