E’ arrivato Gatsby a bordo della sua auto gialla ad affascinare ogni singolo spettatore.
Nelle sale cinematografiche italiane in soli due giorni l’ultimo film di Baz Luhrmann riesce ad incassare un milione di euro e infuocare la platea in un giubilo bipolare.
La vita di Gatsby descritta in maniera colorata, frenetica, eccessiva e sfavillante con il volto di un eccelso interprete come Leonardo Di Caprio, ottiene valore e autorevolezza tratteggiando componenti caratteriali che empaticamente possono intrecciarsi con l’offerta quotidiana di ognuno di noi: il suo essere coraggioso tanto da non farlo smettere di sognare e sperare, un invito implicito alla perseveranza in quelli che sono i sentimenti forti ed immutabili nel tempo. Erede di un temperamento intensamente americano, che nello stesso tempo è un dono e un peso da sopportare, Gatsby, nella sua affollata solitudine, cerca di mantenere i propri sogni a dispetto delle varie realtà sociali con le quali entra in contatto a New York. Per una predisposizione culturale, persiste nel suo atteggiamento, ignorando anche esigenze di prudenza, correttezza ed anche auto-conservazione. In questo modo, l’autore Fitzgerald reinterpretato nella pellicola del regista di “Moulin rouge” e “Romeo + Giulietta” coglie molta della complessità della vita e della cultura americane, condensandola in un breve e impressionistico racconto onirico, attuale ieri come oggi.
Le energiche sollecitazioni visive e uditive rendono partecipe l’osservatore, lo rendono parte attiva del sogno di un America raggiante e ruggente all’ombra emozionale del suono Jazz trasposto musicalmente nella chiave post moderna.
“Si viene senza invito da Gatsby!” e in un batter di ciglia ti trovi idealmente ad indossare una tiara Tiffany, a ballare e bere il miglior champagne d’annata.
Presente nella pellicola qualche orpello hollywoodiano non legato letteralmente al testo o alla versione filmica precedente del 1974 ad opera del regista Jack Clayton.
Nick Carraway e Jay Gatsby dialogano :”Non si può ripetere il passato“. “Non si può ripetere il passato? Ma certo che si può” … e noi veniamo totalmente e idealmente riportati nei mitici anni ’20 in un intreccio di frenetica tribolazione.
Alessia Aleo








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