Dal 2017 i partiti non riceveranno più soldi dallo Stato, e vivranno delle contribuzioni volontarie dei cittadini.
A dare l’annuncio dell’approvazione del nuovo disegno di legge, da parte del CdM, è stato il presidente Letta, che in un tweet ha spiegato che con la nuova legge sul finanziamento ai partiti verrà abrogato il finanziamento pubblico e si passerà “all’incentivazione fiscale dei contributi dei cittadini”.
Se il ddl verrà approvato senza modifiche dal Parlamento, l’abolizione del finanziamento sarà graduale: quest’anno i partiti riceveranno la quota prevista (91 milioni), ma la stessa sarà tagliata del 40% nel 2014, del 50% nel 2015, del 60% nel 2016 e si azzererà nel 2017.
In compenso si potrà detrarre il 52% delle piccole donazioni (da 50 a 5.000 euro) e il 26% di quelle maggiori (fino a un tetto di 20.000) fatte a partire dal 2014.
Dal 2015 i contribuenti, oltre a scalare queste somme dalle tasse, potranno finanziare il proprio partito con il 2 per mille delle imposte. In più lo Stato, dando finalmente attuazione all’art. 49 della Cost., dovrebbe mettere a disposizione dei partiti servizi, come sedi per le attività politiche, spazi gratis sulla Rai per spot in Tv.
Per accedere a tali benefici dovranno però essere in possesso di uno statuto e un bilancio certificato, dovranno cioè organizzarsi secondo “requisiti minimi idonei a garantire la democrazia interna”.
Il testo non mette d’accordo tutte le forze presenti in Parlamento, ma il ministro per le riforme, Gaetano Quagliariello, ha obiettato che: «Non è una legge contro i partiti, ma per la democrazia e la trasparenza».
Lo stesso Letta ha invitato il Parlamento ad approvare immediatamente la nuova legge, sottolineando che la fine del finanziamento pubblico ai partiti, come l’avevamo conosciuto finora, servirà anche a ridare “credibilità” alla politica italiana.
Non rimane che attendere la decisione dei nostri parlamentari.
Angela Scalisi







Lascia un commento