Con 1.687 casi accertati in due anni, Catania si è conquistata l’amaro titolo di capitale dell’abusivismo edilizio nell’isola. E’ quanto emerso dal primo rapporto effettuato dal Dipartimento Urbanistica regionale e dell’assessorato Territorio e Ambiente sugli abusi edilizi in Sicilia, che solo per l’anno 2012 sono stati ben 3.109, di questi quasi mezzo milione si trovano in zone a rischio sismico e 348 mila ricadono in aeree a rischio idrogeologico. Come la provincia di Messina, considerata quella più a rischio perchè quasi la totalità dell’abusivismo riguarda strutture costruite in zone in cui c’è un vincolo di natura geologica e sismica.
Un altro dato sconfortante che è emerso dal dossier riguarda le ordinanze di demolizione: su 1.211 ordini di abbattimento e ripristino, solo 98 sono stati portati a termine nel 2012, a causa anche dei costi elevatissimi che devono spesso affrontare gli stessi costruttori abusivi.
Sono invece ben 35 mila gli edifici costruiti entro i 150 metri di distanza dalla costa, in violazione delle norme, come lo storico ecomostro di Scala dei Turchi a Realmonte nell’agrigentino, abbattuto dopo una battaglia lunga vent’anni. A breve sulla vicina spiaggia di Lido Rossello saranno demoliti altri tre scheletri di cemento.
La Regione in conclusione della presentazione del rapporto, ha emanato una circolare rivolta a tutti i Comuni inadempienti, avvertendoli che se entro 4 mesi non porteranno a termine l’iter di tutte le procedure di demolizioni e di acquisizioni territoriali, saranno denunciati i responsabili degli uffici, e per gli episodi più gravi, la Regione potrebbe avviare le procedure di commissariamento.
Maria Chiara Coco







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