La Corte Suprema ha bocciato, con 5 voti a favore e 4 contrari, per violazione del quinto emendamento sulla difesa delle libertà individuali, la legge federale del 1996 nota come il Defence of Marriage Act (Doma), secondo la quale il matrimonio è solo tra uomo e donna.
La Corte ha, però, evitato di pronunciarsi sul fatto che le coppie dello stesso sesso abbiano il diritto costituzionale di sposarsi, stabilendo solo che le coppie gay legalmente sposate debbano godere degli stessi benefici garantiti dal governo federale alle coppie eterosessuali, ma con una successiva decisione, arrivata poco dopo, i giudici hanno di fatto aperto la strada ai matrimoni gay in California.
La Corte ha, infatti, demendato a una Corte federale la decisione sulla incostituzionalità della cd. ‘Proposition 8’, la legge che in California vieta dal 2008 il matrimonio tra omosessuali.
La legge, approvata con un referendum, aveva già scatenato battaglie e ricorsi legali e, nell’agosto del 2010, il Tribunale di Los Angeles aveva bocciato il quesito approvato dal referendum, definendo proprio la Proposition 8 incostituzionale.
La pronuncia della Corte Suprema prende le mosse dal caso United States v. Windsor: Edith “Edie” Windsor e Thea Spyer, nel 2007, dopo ben 40 anni di relazione, hanno contratto matrimonio, ma alla morte di Thea nel 2009, il fisco americano ha applicato il DOMA tassando l’eredità della Windsor e obbligandola a pagare 363 mila dollari. Tale tassa non sarebbe OVVIAMENTE stata imposta se Thea fosse stato un uomo.
Attualmente, gli Stati Usa che consentono matrimoni gay sono 12 (Washington, Iowa, Minnesota, Delaware, Maryland, Connecticut, Main, Massachusetts, New Hampshire, New York, Rhode Island, Vermont e la capitale del Paese, District of Columbia) e la decisione della Corte sembra il segnale che le cose possano ancora cambiare.
«Quanto tutti gli americani vengano trattati come eguali, non importa chi sono o chi amino, allora tutti noi siamo più liberi», commenta Barack Obama. «Quella legge era discriminatoria – continua il Presidente – trattava le coppie gay e lesbiche come cittadini diversi di serie b. La sentenza rappresenta un vittoria per le coppie che a lungo hanno lottato per un trattamento paritario di legge, per i bambini i cui genitori ora sono riconosciuti come legittimi, per le famiglie che avranno da oggi in poi il rispetto e la protezione che meritano».
Una piccola vittoria per l’ottantatreenne Edie Winsor: “Ho difeso un principio, quello di fermare una grave discriminazione. Dimentichiamo il denaro, il matrimonio è ovunque nel mondo il simbolo dell’amore”.
Angela Scalisi







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