Cina: l’amore per i genitori viene imposto per legge


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La sana e buona coscienza filiale in Cina non basta più. O almeno sembra latitare vista la nuova “legge di protezione degli anziani” entrata in vigore il primo luglio. La norma, infatti, impone ai figli che vivono lontani di fare spesso visita ai propri genitori e di mandare frequentemente i loro saluti. Nel caso di inadempienza, potrebbero doverne rispondere davanti ad un giudice.

Sembrerebbe il segno di una riscoperta delle origini, di un ritorno agli antichi valori familiari in un Paese dove, per l’appunto, la pietà filiale è sempre stata sentita come un valore-chiave, considerati anche i più di 200 milioni di ultrasessantenni che vi vivono.

Eppure gli episodi di soprusi sugli anziani non mancano: uno degli ultimi ha visto protagonista una novantenne costretta dal figlio a vivere in una porcilaia. Storie come questa non piacciono all’establishment cinese che, infatti, ha deciso di arginare il fenomeno varando il nuovo decreto. Che, però, sembra più essere una legge altamente simbolica: non prevede, infatti, una vera e propria pena per chi la infrange. Diversamente da Singapore, dove i genitori possono denunciare i figli adulti se questi non passano loro un’indennità mensile.

 

Aurora Circià

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