Egitto: la storia del ragazzo americano ucciso durante gli scontri commuove gli Usa


US Egypt American Killed

 

 

21 anni sembrano essere pochi per tutto. Di sicuro sono troppo pochi per morire. Ma è stato questo il destino di Andrew Pochter: morire a 21anni ad Alessandria d’Egitto, accoltellato da un manifestante che deve averlo scambiato per qualcuno a cui credesse andasse inferta questa sorte. Eppure Andrew era solo uno studente americano, un giovane idealista, generoso e sincero, partito per l’Egitto per insegnare l’inglese ai bambini e per vedere da vicino la Storia farsi materia viva in quei Paesi che ancora non trovano pace dopo la Primavera Araba.

La storia di Andrew ha colpito gli Stati Uniti. E li ha commossi dopo che il Washington Post ha pubblicato l’ultima lettera che il giovane aveva scritto prima di morire, destinata ad un ragazzo dodicenne per il quale aveva fatto da tutor in un campo estivo. Trenta righe intensissime, in cui Andrew spiega la scelta di andare in Egitto, mostrando passione civile e un sincero interesse per le ragioni arabe, accompagnati dall’empatia che sentiva per il destino dei meno fortunati e dalla convinzione che l’amicizia possa legare culture anche apparentemente lontanissime. Infine, rivolge un messaggio al suo giovane amico Justin, invitandolo a non smarrire mai la curiosità, ad amare sempre e a credere fermamente in sé stesso.

21 anni sono pochi. Ma ad Andrew sono bastati per scoprire le chiavi giuste per vivere la vita. Purtroppo  non potrà metterle in pratica: i suoi sogni, i suoi slanci e il suo coraggio si sono spezzati su un marciapiede ad Alessandria d’Egitto, durante gli scontri tra oppositori e sostenitori di Morsi. Resta, però, la lezione di vita che è riuscito a lasciare col suo esempio e con la sua breve ma intensa lettera.

 

Aurora Circià

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