Arriva il via libera del Governo al provvedimento “epocale”, già predisposto nella precedente legislatura da un’apposita commissione istituita presso il c.d.m., abolitivo (finalmente) della distinzione tra eredi legittimi e naturali.
Il nuovo testo prevede, per l’appunto, la “modifica della normativa vigente al fine di eliminare ogni residua discriminazione rimasta nel nostro ordinamento fra i figli nati nel e fuori dal matrimonio, così garantendo la completa eguaglianza giuridica degli stessi”.
Viene introdotto “il principio dell’unicità dello stato di figlio, anche adottivo”, con conseguente “eliminazione dei riferimenti presenti nelle norme ai figli legittimi ed ai figli naturali e la sostituzione degli stessi con quello di figlio”.
Punto centrale del decreto legislativo è il riconoscimento dell’eguaglianza giuridica di tutti i figli, nel pieno rispetto dei principi costituzionali e degli obblighi imposti a livello internazionale, con novità che riguardano vari ambiti e con conseguenti modifiche apportate sia al codice penale, sia a quelli di procedura penale e civile che alla legge consolare.
“La filiazione fuori dal matrimonio produce effetti successori nei confronti di tutti i parenti, allo stesso modo in cui li produce la filiazione nel matrimonio”: con tale disposizione viene finalmente eliminata in tutta la legislazione vigente ogni riferimento – distinzione tra figli “legittimi” e figli “naturali”.
Interventi anche nel campo delle adozioni: nei casi di adozione di persona minorenne, la stessa acquisisce lo stato di figlio “nato nel matrimonio”. Continua a rimanere esclusa, invece, l’equiparazione per gli adottati maggiorenni, per i quali non sorge alcun vincolo di parentela con i parenti degli adottanti.
Viene superata la “classica” e “vetusta” nozione di “potestà genitoriale”, con l’introduzione di quella di “responsabilità genitoriale”, con una più ampia e marcata attenzione, quanto meno lessicale, al superiore interesse dei figli minori.
Prevista, inoltre, la “legittimazione degli ascendenti”, ossia dei nonni con potendo conseguentemente gli stessi far valere il “diritto di mantenere rapporti significativi con i minori”, ferma restando la “valutazione delle istanze alla luce del superiore interesse del minore”.
Specificata, infine, la nozione di abbandono, con la previsione della segnalazione ai Comuni da parte dei tribunali per i minorenni delle situazioni di indigenza dei nuclei familiari.
Condivisibile il pensiero del Presidente Letta sull’approvazione del nuovo decreto legislativo, il quale rappresenterebbe un “grande segno di civiltà”. “Da oggi esistono solo figli senza aggettivi”, ha aggiunto il premier. “Finiscono drammi umani che ci sono stati nel passato”.
Angela Scalisi







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