L’ex astronauta Mitchell dice basta al silenzio sugli Ufo


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Edgar Mitchell è uno di quei pochi e fortunati astronauti che hanno avuto la possibilità di calcare la soffice superficie della Luna. L’esperienza accumulata negli anni, anche dopo la missione Apollo 14, lo porta a definirsi un conoscitore del “fenomeno” Ufo pur non avendo vissuto un’esperienza diretta di contatto con questi oggetti volanti non identificati.

Sono 82 i suoi anni di vita, la maggior parte dei quali passati al servizio dell’esercito Usa sia come pilota che come ingegnere aeronautico, ha assistito a degli avvenimenti non del tutto chiari durante il caso Roswell; a tal proposito rivela: “Sono stato contattato da persone collegate agli osservatori dei fatti originali, come la persona che ha recapitato le bare di dimensioni minuscole per contenere i corpi degli alieni recuperati”. Sappiamo come a volte questi argomenti vengano affrontati con scetticismo, ironia o, spesso, come fenomeni fantasiosi ai quali, malgrado tutto, non viene mai fornita alcuna delucidazione. Mitchell non ha paura di affrontare le opinioni di chi non ne vuol sentir parlare di oggetti volanti non identificati per tante ragioni e replica dichiarando riguardo la presunta copertura della notizia di un incidente Ufo: ” credo che inizialmente la giustificazione fosse che la popolazione non fosse pronta a una notizia del genere. Ma siamo da molto oltre quel punto”. Sicuro delle proprie affermazioni e della veridicità delle informazioni provenienti dai suoi contatti militari fa ricadere la causa degli insabbiamenti sul vile denaro:  “E’ un’opinione personale: ricordo quello che disse il presidente Eisenhower nel suo discorso finale, ovvero “diffidate della struttura industriale militare”, credo che sia questo il nodo della vicenda”. Nell’esprimere tutti questi concetti, l’ex astronauta delle missioni Apollo, tira un po’ i remi in barca quando specifica:  “Ma non bisogna ridurre la questione all’industria militare, c’è tutta una serie di organizzazioni che si muovono in questo senso per garantire dei profitti. Abbiamo inventato gli aerei all’inizio del XX secolo, vent’anni dopo avevamo un’industria aeronautica. Pensate a cosa possa significare questo rapportato al viaggio nello spazio, se avessimo controllo della tecnologia dietro gli Ufo. Pensate alla quantità di soldi che gira intorno a questa vicenda”.

La ricerca non deve essere fermata, ciò che importa per l’umanità, spiega ancora Mitchell, è che si sviluppino le tecnologie per portare i terrestri su altri pianeti, in uno sforzo comune a tutti i singoli Paesi, perché la sopravvivenza, presto o tardi, sarà al di la della nostra amata Luna.

 

Paolo Licciardello

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