Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al decreto “per la tutela, la valorizzazione e il rilancio dei beni e delle attività culturali e del turismo”.
Il provvedimento prevede, tra l’altro, l’istituzione di una sovrintendenza speciale per Pompei e iniziative a favore degli Uffizi di Firenze, mentre vengono bloccati i finanziamenti a pioggia.
Oltre al sito di Pompei, il dl si occupa anche della Reggia di Caserta, del polo museale di Napoli e della Reggia borbonica: “Credo si possa dare un importantissimo messaggio intimamente legato con il Sud con la valorizzazione dei luoghi più importanti del nostro Mezzogiorno”, ha rimarcato sul punto il presidente Letta.
Illustrando il testo approvato, lo stesso Letta, ha annunciato che è stato rifinanziato anche “il tax credit per la produzione cinematografica, completando il parziale finanziamento di due mesi fa”. Un intervento ritenuto necessario perché “dobbiamo far sì che il Paese continui a attrarre produzioni cinematografica, un caso di successo importante”. Sarà, quindi, garantita la cifra di 90 milioni di euro, oltre l’introduzione di un tax credit pari a 5 milioni di euro sulla musica per far fronte alla crisi del mercato musicale e promuovere giovani artisti e compositori emergenti.
Come già anticipato, è previsto anche un intervento “a favore dei nuovi Uffizi di Firenze” per lo sviluppo e il rilancio degli stessi, con lo stanziamento di ben 8 milioni. Stanziati, inoltre, 4 milioni per la realizzazione del museo nazionale dell’ebraismo italiano e della Shoah a Ferrara.
In merito agli interventi previsti a favore delle fondazioni lirico-sinfoniche, Letta ha illustrato come l’intervento sia stato valutato necessario trattandosi di “un tema che si è avvitato in situazione di grande difficoltà. Le fondazioni liriche devono non aver continuamente l’acqua alla gola e quindi il decreto legge salva le Fondazioni e dà loro prospettiva di stabilità essenziale”. Per tutti questi motivi, le stesse potranno accedere a un fondo di 75 milioni di euro, che sarà gestito da un commissario straordinario per sanare la situazione debitoria in cui versano. Novità anche sul fronte della governance delle stesse: sarà stabilito l’obbligo del pareggio di bilancio e l’applicazione delle norme del codice dei contratti pubblici. Per ricevere i fondi, le stesse dovranno, dunque, presentare entro 90 giorni un piano industriale di risanamento e ridurre fino al 50% il personale tecnico amministrativo. Introdotto anche l’obbligo di cooperazione tra le fondazioni e di condivisione di programmi e spettacoli.
Previsti poi bandi per artisti under 35: a tali soggetti, sulla base di bandi pubblici a rotazione semestrale, sarà affidata la gestione di alcuni spazi statali e demaniali.
Il decreto prevede ancora che il ministero dei Beni Culturali abbia la possibilità di razionalizzare i fondi interni per gestire al meglio le aperture museali, con la riassegnazione allo stesso ministero della gestione degli introiti della vendita dei biglietti e i proventi del merchandising relativi ai siti culturali, che con la finanziaria del 2008 erano stati ridotti all’attuale 10-15%.
Il decreto legge stabilisce, inoltre, che gli enti culturali vigilati dal Mibac e i teatri stabili pubblici non dovranno più effettuare i tagli orizzontali sulle spese relative a pubblicità e tournee, come previsto dalla spending review.
Per quanto riguarda i fondi per lo spettacolo, questi non saranno più assegnati a pioggia sui diritti acquisiti, ma saranno distribuiti in relazione alle attività svolte e rendicontate. Ai fini della trasparenza sarà poi prevista un’anagrafe degli incarichi amministrativi ed artistici degli enti di spettacolo.
Saranno anche più facili le donazioni alla cultura che, fino a 5 mila euro, potranno essere effettuate: senza oneri amministrativi a carico del privato, con la garanzia della destinazione indicata dal donatore e con la piena pubblicità delle donazioni ricevute e del loro impiego.
Il decreto apre anche nuove opportunità di lavoro, perché dovranno essere selezionati 500 laureati under 35 per un tirocinio di 12 mesi sullo sviluppo della digitalizzazione e della catalogazione del patrimonio culturale del Paese.
L’approvazione del dl cultura “è il primo segnale di inversione di tendenza che il governo vuole dare di investimento nel campo della cultura – ha sottolineato Letta -. La cultura è il cuore del nostro Paese e la possibilità di attrarre investimenti è una delle nostre priorità”. Ci sono molti problemi nel campo della cultura, soprattutto sulla mancanza di fondi, ammette il presidente: “Abbiamo ritenuto necessario un intervento di largo impatto che desse alcuni messaggi molto forti: vogliamo investire sulla cultura e legare un legame tra giovani e cultura”.
Letta ha anche fatto un “appello al Parlamento: in sede di conversione di questo decreto, si apra alla discussione sulla partecipazione dei privati nello sviluppo della cultura. Siamo aperti con il Parlamento per valutare se possono essere introdotti elementi migliorativi”.
Angela Scalisi







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