Il progetto si chiama Synth(e)tech(e)cology ed è stato pensato da uno studente del Royal College of Art di Londra, CHang-Yeob Lee. Un edificio potrebbe ripulire l’aria che inquina costantemente il territorio cittadino creando qualcosa di spendibile sul mercato. L’idea avveniristica è quella di trasformare la BT Tower, attualmente utilizzata per le telecomunicazioni della capitale del Regno Unito, in un sistema di raccolta delle polveri sottili. Si verrebbe così a costituire un enorme eco-catalizzatore provvisto di elementi in fibra di carbonio a formare un involucro esterno come una tela. La produzione di biocarburante porterebbe sul mercato un nuovo concetto: il riuso dell’inquinamento.
L’impianto progettato da Lee convertirebbe la CO2 in metanolo attraverso dei nano tubi di biossido di titanio sfruttando acqua e sole. Lo stesso progettista ipotizza una produzione annua di cento tonnellate di carburante. Un sistema senza precedenti che necessita senza dubbio di controllo dei risultati, per tale motivo è stato anche previsto all’interno della torre un laboratorio di analisi e controllo di funzionamento dell’opera.
Lee ha già vinto il premio di architettura “Sheppard Robson”, ma la sua idea è stata preceduta, cronologicamente, da quella di due giovani statunitensi di Chicago, Danny Mui e Benjamin Sahagun, architetti dell’Illinois Institute of Technology. La loro proposta prevede l’assorbimento di anidride carbonica (e conseguente produzione di biocarburante) nelle due CO2ngress Getway Towers nella zona del Congress Parkway, l’area più trafficata della città di Chicago con i circa 77.000 veicoli circolanti giornalmente. Il congegno andrebbe a posizionarsi sulla copertura delle torri dove la CO2 verrebbe filtrata insieme ad altre sostanze e lavorata con una specie peculiare di alghe per la purificazione dell’aria.
Paolo Licciardello







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