Siria: secondo l’Unicef a rischio la sopravvivenza di una generazione di bambini


http://www.unhcr.org/cgi-bin/texis/vtx/home
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Da tre anni la guerra civile imperversa in Siria. Le grandi potenze internazionali sono rimaste a guardare, e solo adesso, con un ritardo imbarazzante, cominciano a rendersi conto del dramma della popolazione siriana. Soprattutto dei bambini. I rappresentanti dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr) e gli osservatori dell’Unicef hanno infatti rivelato a Ginevra i numeri del conflitto: un milione di profughi, due milioni di sfollati, settemila morti.

Da quando ha avuto inizio il conflitto tra i ribelli e le forze del presidente Bashar al Assd, due milioni di persone hanno lasciato il paese, rifugiandosi in Libano, Giordania, Turchia, Iraq ed Egitto. Di questi due milioni, la metà sono bambini. Oltre settecentomila hanno meno di undici anni. Appare chiaro, quindi, che è “in gioco la sopravvivenza e il benessere di un’intera generazione di innocenti”, come affermato dai funzionari delle due agenzie delle Nazioni Unite.

Il direttore dell’Unicef, Anthony Lake, ha dichiarato: “Questi numeri raccontano il fallimento della comunità internazionale. Dobbiamo tutti condividere la vergogna. Questi bambini sono stati strappati alla loro casa, forse anche alla famiglia, di certo al loro futuro. Hanno visto orrori che noi possiamo solo cominciare a capire”. A fargli eco anche Antonio Guterres, esponente dell’Unhcr: “Anche dopo aver attraversato il confine verso la sicurezza, sono traumatizzati, depressi e hanno bisogno di un motivo di speranza”.

La situazione in Siria sembra destinata a peggiorare. In questi giorni attivisti dell’opposizione hanno denunciato l’uccisione di 1300 persone (tra di loro molti bambini) con l’uso di gas nervino. Immediata la smentita dell’esercito di Assad; ma i sospetti rimangono fortissimi, suscitando la preoccupazione del presidente francese François Hollande e di quello americano Barack Obama, tra gli altri.

Anche il segretario generale dell’Onu, Ban Ki Moon, si è espresso sulla vicenda, dicendosi “molto preoccupato”, e avviando “un’inchiesta rapida e imparziale” sull’accaduto. Ha inoltre aggiunto: “Qualunque utilizzo di armi chimiche, e qualunque siano le circostanze, violerebbe il diritto internazionale. Un tale crimine contro l’umanità avrebbe gravi conseguenza per chi lo ha perpetrato. Sarebbe una sfida grave per la comunità internazionale e per l’umanità che abbiamo in comune”.

 

Aurora Circià 

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