Pd e Pdl sono finalmente vicini ad un’intesa sul decreto per il finanziamento pubblico ai partiti. La mediazione si è raggiunta su una soglia a regime di 300 mila euro, con una fase transitoria: nel 2014 il tetto sarà del 15% sul bilancio del partito, nel 2015 del 10%, nel 2016 del 5%. La mediazione prevedere l’eliminazione della depenalizzazione del finanziamento illecito, misura originariamente proposta dal Pdl.
«Manca un gradino all’accordo». Queste le parole di Emanuele Fiano, uno dei relatori del ddl sull’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, che spiega che la mediazione sul nodo del tetto alle donazioni dei privati arriverà attraverso un emendamento, che verrà depositato la prossima settimana, probabilmente martedì quando riprenderanno le votazioni.
La svolta è stata nell’innalzamento del limite del tetto da 100 mila euro (come chiedeva il Pd) a 300 mila euro, ma solo a partire dal 2017.
Arriva anche il via libera della Camera all’articolo 2 su ‘democrazia interna, trasparenza e controlli’. Secondo la norma «i partiti politici sono libere associazioni attraverso le quali i cittadini concorrono, con metodo democratico, a determinare la politica nazionale» e «l’osservanza del metodo democratico ai sensi dell’articolo 49 della Costituzione è assicurata anche attraversi il rispetto delle disposizioni della presente legge».
L’Assemblea dopo aver approvato i primi 3 articoli del testo, si è però fermata sull’articolo 4, in quanto i relatori hanno chiesto approfondimenti su due emendamenti «tecnici».
I tempi sono comunque stretti e se la Camera non darà l’ok entro la prossima settimana, vi è la seria possibilità che il Senato non riesca a dare il via libera definitivo alla legge entro il 2013. In questo caso si applicherebbero le vecchie regole del finanziamento pubblico con il pagamento di 46 milioni per la prima rata 2014.
Angela Scalisi







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