National Geographic: le foto che hanno cambiato il mondo.


Dal 28 settembre fino al 2 febbraio 2014, Palazzo delle Esposizioni, a Roma, ospiterà una mostra interamente dedicata alle scoperte geografiche e scientifiche avvenute negli ultimi anni nel nostro pianeta e ripercorse attraverso il celebre marchio della National Geographic Society che festeggia così i suoi 125 anni di attività.

Era il 13 gennaio del 1888 quando un gruppo di trentatré esponenti scientifici della città di Washington si riuniva al Cosmos Club per discutere sull’ opportunità di costituire una società dedita alla diffusione e allo sviluppo delle conoscenze geografiche. Due settimane più tardi i membri fondatori, dopo aver stabilito un regolamento e un piano per l’organizzazione, elessero Gardiner Greene Hubbard primo presidente della National Geographic Society che vedeva così la luce nel lontano 27 gennaio 1888. Nessuno ancora pensava che la NGS sarebbe diventata una delle organizzazioni scientifiche e pedagogiche più famose al mondo. Nell’ ottobre dello stesso anno usciva il primo numero della rivista, una brossura scientifica, in copertina color terracotta, contenente l’ articolo “La classificazione delle forme geografiche nella Genesi“, di W. J. McGee ed il racconto della pilota C. h. Marshall, sopravvissuta alla burrasca dell’ 11-14 marzo. Il primo National Geographic con illustrazioni a colori risale poi all’anno successivo: comparivano qui disegni a pastello del Nicaragua, e la prima cartina, diventata poi parte integrante del periodico. Fu però solo dal 1896 che la rivista cominciò poi ad essere venduta nelle edicole, al prezzo di 25 cent. Molta strada è stata fatta da quella prima distribuzione ad oggi: il mensile è ora tradotto in 31 lingue diverse e conta cinquanta milioni di lettori al mese.

Alla morte di Gardiner Greene Hubbard, nel 1897, gli succedette alla guida il genero, Alexander Graham Bell, il quale incoraggiò un sempre più ampio uso di materiale fotografico a corredo dei reportage, da allora sempre maggior valore è stato dato alla fotografia, oggi elemento distintivo del mensile. Nel 1910 furono pubblicate ben ventiquattro pagine con fotografie della Corea e del Giappone e a quello stesso anno risale l’adozione dell’ormai inconfondibile riquadro giallo. Era invece il 1927 quando il National Geographic pubblicò le prime fotografie a colori subacquee del mondo, ritraendo i fondali della laguna delle Dry Tortugas, in Florida. Nel 1959 si decise poi di inserire anche in copertina una foto, che avrebbe aiutato ad identificare il numero: una formula indiscutibilmente vincente, tanto che alcune di esse hanno fatto storia, imprimendosi in maniera indelebile nella memoria collettiva, come succedeva con Ritratto di ragazza afgana, di Steve McCurry.

 

 

 

Chiara Vittorio.

FONTE: leo news news.leonardo.it

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