Diffamazione per mezzo stampa, l’Europa bacchetta l’Italia


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Dopo il caso di Francesco Gangemi, direttore settantanovenne del “Dibattito”, periodico della provincia di Reggio Calabria, condannato a 2 anni di reclusione per diffamazione aggravata per mezzo stampa, è intervenuto il Consiglio Europeo che invita fortemente il nostro paese ha cambiare questa legge.

In particolare il commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa Nils Muiznieks ha dichiarato all’agenzia ANSA:  “La condanna al carcere per chi è ritenuto colpevole di diffamazione a mezzo stampa o di un comportamento non etico non è linea con quanto sancisce la Convenzione europea per i diritti umani”. Inoltre, osserva Muiznieks, “tali misure minano la libertà d’espressione e conducono all’auto-censura, con effetti deleteri sulla democrazia. I legislatori e i giudici italiani – aggiunge il commissario devono urgentemente prendere in considerazione la giurisprudenza della Corte di Strasburgo e far avanzare la libertà d’espressione in Italia”.

In realtà il testo di riforma del reato di diffamazione per mezzo stampa c’è ma è insabbiato alla Camera dei Deputati, e nel frattempo un giornalista di 79 anni va in carcere solo perchè ha svolto al meglio il suo lavoro.

 

Maria Chiara Coco 

 

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