Opening “Spazio creativo e territorio da salvaguardare”: la parola alle Istituzioni.


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Nella giornata inaugurale della mostra “Spazio creativo e territorio da salvaguardare” i protagonisti sono stati sicuramente i giovani espositori. Ma cosa pensano le autorità, per mezzo delle quali è stato possibile realizzare il progetto, i docenti, i curatori e gli ideatori dell’iniziativa?

Scopriamolo ai microfoni di Acicastello Informa.

 

La parola a:

Virgilio Piccari, direttore dell’Accademia delle belle arti di Catania.

  • “Spazio creativo e territorio da salvaguardare”. In una società come la nostra, bisogna sottolineare l’importanza dell’iniziativa nei confronti sia del territorio catanese che degli artisti a cui si offre la possibilità di esporre.

<<Siamo in un momento particolare, in cui bisogna ricordare la nostra terra, la nostra matrice.                Bisogna cambiare le rotte politiche, bisogna fare in modo che a dirigerci sia la cultura; che diventi il volano del nostro sviluppo economico. Che uno spazio creativo si apra e che venga occupato per l’arte è un grande segnale. Sono orgoglioso e grato per l’evento e per l’intera amministrazione di Paternò. Noi, come accademia, abbiamo sempre dimostrato di essere il principale promotore delle attività culturali, speriamo che questo sia un inizio.>>

  • Video e foto sono strumenti potenziali di sensibilizzazione utilizzati nella mostra. Nello specifico, entriamo nel merito di queste opere.

<<È una tendenza estremamente contemporanea, ascoltare il racconto di video e foto sembrerebbe appannaggio di culture diverse in questa terra. Evidentemente la lettura attraverso la foto riesce a portare un contributo diverso da quello di questo periodo politico>>.

 

Prof. Mauro Mangano, sindaco Comune Paternò.

  • Aprire le porte ad una manifestazione di grande richiamo culturale, cosa significa per il territorio e per i cittadini che rappresenta?

<<Io credo sia un’occasione di salvezza per il territorio, in realtà non abbiamo molte altre opportunità per fare rinascere la nostra terra, se non quella di nutrire la cultura e il senso della bellezza, il senso della visione. Se le nostre città non vengono nutrite di visioni, vivranno nel passato senza avere uno slancio nel futuro. Serve riaprire luoghi all’arte, serve stimolare i giovani, come la maggior parte dei partecipanti , in modo che rinnovino la visione tradizionale dei luoghi, del mondo, dell’idea di bellezza.>>

  • La location è particolare. E’ stata allestita per l’occasione o si è prestata ad altre mostre?

<<Abbiamo allestito altre mostre, anche se per lungo tempo questo luogo è stato dimenticato, tenendolo chiuso e inutilizzato; da un po’ di mesi abbiamo ricominciato a realizzare delle mostre con cadenza regolare,  è tutto spazio espositivo, sia l’interno che l’esterno si prestano per mostre e per istallazioni.>>

 

Giuseppe Di Benedetto, Assessore Comune Paternò.

  • Dal punto di vista umano e sociale, cosa ha apprezzato di più nell’organizzazione dell’iniziativa?

<<Al di là della questione artistica, la cosa che mi è piaciuta molto è stato vedere l’impegno, nonostante le difficoltà economiche ed organizzative, ed essere stati in grado di portare a compimento un’iniziativa di questo tipo. La mostra si svolge all’interno di un luogo che non  viene utilizzato se non per sporadiche occasioni. Il tema del territorio da salvaguardare  è quello che mi interessa di più in queste manifestazioni, perché permette di creare iterazione tra arte e territorio per far diventare questi luoghi punti di riferimento per il cittadino. La capacità di mobilitare forze artistiche, la capacità di mobilitare attenzione per il territorio e nei confronti culturali si rivela nel miglioramento della qualità della vita e nelle dinamiche giornaliere, al di là del valore artistico che è di sicuro di grande pregio.>>

 

Prof.ssa Giuseppina Radice, curatrice dell’iniziativa.

  • In base a quali criteri sono state selezionati opere e video?

<<È stata una selezione molto dura non solo perché le opere erano tutte di alto livello ma perché abbiamo avuto una grande risposta. Ci siamo posti una domanda, volevamo tenere una qualità medio -alta, abbiamo cercato di avere una bella scelta dalla quale partire, non siamo caduti nella tentazione dello spazio grande. Ad ogni artista è stato rispettato, si è dato modo di avere uno spazio grande, che respira; la tentazione poteva essere di accumulare opere. Abbiamo voluto partire bene, le due giurie, sia per le foto che per i video, sono state qualificate. Lavoriamo da questo progetto da 25 mesi però il risultato è stato soddisfacente.>>

  • Sarà Lei a curare il primo workshop all’interno della mostra. A chi è rivolto e a cosa mira?

<<Il primo workshop si svolgerà il 4 e 5 ottobre. L’ho definito un corso di alfabetizzazione all’arte contemporanea, perché anche questa, come tutte le discipline, non può essere improvvisata  ne per chi la produce ne per chi la fruisce. Io mi sento un tramite, faccio da ponte, desidero mettermi al servizio dell’arte. Mettere l’arte al servizio; una cultura o per avvicinarsi all’arte contemporanea. Rivolto sia ad artisti che a coloro che si vogliono avvicinare a questo mondo; ho notato che c è una grandissima curiosità da parte di un pubblico colto in maniera non specifica, a volte le persone si allontano con molta antipatia perché non trovano il modo di avvicinarsi all’arte. Spesso sono atteggiamenti che si succedono tra le persone, fino a prendere le distanze da questo mondo.>>

 

Marcello Trovato, curatore Workshop “Visione e art make-up”.

  • A cosa mira il workshop intensivo di fotografia di base?

<<È rivolto agli amanti della fotografia in genere e ai professionisti dell’immagine. Io ho 33 anni di esperienza come attività professionale nel mio studio e non mi ritengo ancora fotografo, perché non si smette mai di imparare; questo, ha creato una linea di demarcazione un po’ complessa. Il mondo del digitale è diventato uno strumento alla portata di tutti e sembrerebbe che ormai tutti sanno fare foto. Il workshop è mirato a quelle persone che vogliono rivedere tutte queste tecniche legate alla radice dell’immagine fotografica:  come nasce, la funzione della luce; oggi, con il digitale, il segnale si è trasformato in un oggetto numerico, mentre con la pellicola occorreva un procedimento completamente diverso. La mia teoria è molto radicata sul fatto che chi conosce la fotografia vera, farà del digitale un buono strumento di lavoro.>>

 

Rosario Di Benedetto, ideatore e fotografo del progetto.

  • Come nasce l’idea di “Spazio creativo e territorio da salvaguardare”.

<< “Spazio creativo e territorio da salvaguardare” è un progetto strutturato da Giuseppina Radice, ma l’idea che sta dietro il progetto è quella di mettere in relazione vari artisti e di farli confrontare in un luogo determinato, che è quello di Paternò. Il nostro intento è cercare di valorizzare una zona da troppo tempo abbondonata, facendolo diventare un punto di ritrovo della fotografia e del video a livello regionale.>>

  • Nonostante tu sia un fotografo, non abbiamo visto esposta nessuna tua fotografia. Quale sarebbe stato il tuo ideale fotografico o videografico su questo tema?

<< È un po’ difficile perché il tema del territorio potrebbe essere semplice e banale ma l’idea dello spazio creativo dipende molto dallo stato d’animo. Quello che secondo me rappresenterebbe meglio questo tema, sono le relazioni che si creano tra artisti, tra persone, tra soggetti che visitano la mostra, quindi anche questo luogo.>>

 

Daniela Aquilia, curatrice della mostra.

  • “Spazio creativo e territorio da salvaguardare”. Difficoltà affrontate nel curare questo evento. Inoltre quest’esposizione non è solo una mostra ma saranno inseriti anche dei workshop. Da cosa nasce l’idea di introdurre dei laboratori?

<<Il primo ringraziamento va agli allestitori, perché oltre ad allestire gli spazi espositivi, hanno inserito anche degli oggetti simbolici che richiamano il territorio.

Nel ruolo di curatrice penso che sia molto importante dare un contributo, un imput . Non è più possibile, oggi, fare una mostra fine a se stessa, dove sono numerosi i partecipanti solo per  l’opening e poi per i giorni restanti ritrovare spazi vuoti. Se è vero che l’arte, come la cultura, deve essere insegnata, quale migliore occasione per  inserire dei laboratori che permettano di imparare e di fruire in questi luoghi. I workshop che abbiamo pensato di inserire sono numerosi. Sono pensati per qualunque tipo di fruitore.>>

 

 https://www.youtube.com/watch?v=5FRTpLce15s&feature=c4-overview&list=UUMBkg1mxFiaxjwBYVTjBqFg

 

Giuliana  Ventura.

daniela2 - Copia

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