Premio Nobel per la Pace all’Opac, l’agenzia contro le armi chimiche


Opaclogo

Disattese su tutta la linea le aspettative circa l’assegnazione del Premio Nobel per la Pace 2013. Nei giorni scorsi si era data per favorita la giovanissima attivista pakistana Malala Yousafzai, ed era stata addirittura avanzata l’ipotesi che a ricevere il prestigioso premio potessero essere i cittadini di Lampedusa, in merito al loro impegno nel soccorso dei clandestini che purtroppo, ormai troppo abitualmente, annegano nelle acque del Canale di Sicilia.

L’Accademia di Oslo,invece, ha deciso di premiare, tra i 259 candidati al premio, l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opac) per “i suoi grandi sforzi nella lotta per la distruzione e l’abolizione degli arsenali di armi chimiche, soprattutto in Siria”. Una scelta che incarna alla perfezione lo spirito del testamento di Alfred Nobel, nel quale il disarmo rappresenta una delle sue principali volontà.

L’Opac è un’organizzazione intergovernativa (slegata dall’Onu), nata a L’Aia nel 1997, che ha il compito di far rispettare gli impegni descritti nella Convenzione sulle Armi Chimiche (Cwc), vale a dire “proibire qualsiasi attività rivolta a sviluppo, produzione, acquisizione, detenzione, conservazione, trasferimento e uso di armi chimiche e dei materiali a esse collegati”. L’organizzazione conta 189 Stati membri, e negli ultimi mesi il suo impegno si è concentrato sulla distruzione dell’arsenale siriano.

 

Aurora Circià

OpacNobel

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