LEGGE DI STABILITA’ 2014: SPERANZE PER IL FUTURO?


download (1)

Varata la nuova legge di stabilità per il 2014: la legge è stata approvata nella tarda serata del 15 ottobre, entro il tempo massimo per non incorrere nelle penalità imposte dall’obbligo che statuisce che la legge di stabilità debba essere promulgata entro il 30 settembre dell’anno in corso, prevedendo per l’appunto un ritardo massimo  di 15 giorni.  Approvato anche  il disegno di legge riguardante il bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2014 e il bilancio pluriennale per il triennio 2014-2016″.

Arriva, dunque, il Sì definitivo alla nuova manovra da 27,3 miliardi di euro da investire nel triennio 2014-2016, dei quali 14,6 miliardi saranno, per l’appunto, destinati nel triennio per sgravi fiscali (9 per le famiglie e 5,6 per le imprese); 3,7 miliardi del 2014 andranno per 2,5 miliardi alle famiglie (1,5 riguardano l’Irpef) e per 1,2 miliardi alle imprese; 11,2 miliardi nel triennio saranno destinati ad azioni sociali, progetti di investimento, impegni internazionali. Infine 1,5 miliardi saranno destinati all’investimenti in ambito locale e alla restituzione di debiti commerciali di parte capitale.

“Questi interventi – si legge in una nota di Palazzo Chigi – sono stati programmati con soluzioni che consentono di rispettare l’impegno di contenere il deficit nell’ambito degli obiettivi comunitari e invertire la tendenza del debito pubblico. Infatti per le coperture degli interventi programmati nel 2014 che producono minore gettito o maggiori spese, vengono reperite risorse per 3,5 miliardi da tagli alle spesa, per 1,9 miliardi da interventi fiscali privi di effetti depressivi sull’economia, per 3,2 miliardi da dismissioni, rivalutazioni, cespiti e partecipazioni, trattamento perdite. La differenza tra ilcosto degli interventi e le risorse reperite a copertura degli stessi comporta il raggiungimento del deficit programmato (pari al 2,5% del PIL, superiore quindi di 0,2 punti percentuali rispetto al tendenziale registrato dal Documento di economia e finanza dell’aprile 2013)”.

La Legge di Stabilità riguarderà cinque diverse aree di intervento:

INTERVENTI PER PERSONE, FAMIGLIE E SOCIETÀ

  • Riduzione dell’Irpef per i lavoratori
  • Disposizioni in favore degli esodati
  • Rifinanziamento della Cassa Integrazione Guadagni
  • Nuove misure contro la povertà
  • 5 x 1000
  • Fondo per le politiche sociali
  • Fondo per la non autosufficienza
  • Finanziamento del Fondo per le Università
  • Potenziamento della Protezione Civile e Piano per la difesa del suolo

 INTERVENTI PER LE IMPRESE

  • Riduzione del costo del lavoro per le imprese
  • Detrazione dell’Irap per i nuovi assunti
  • Potenziamento dell’ACE (Aiuto alla Crescita Economica)
  • Rivalutazione dei beni di impresa e delle partecipazioni
  • Incremento del Fondo di garanzia per le PMI
  • Incremento del Fondo di sviluppo e coesione
  • Stop all’aumento IVA per le imprese sociali
  • Rifinanziamento del Fondo per i contratti di sviluppo
  • Rifinanziamento del Fondo per la crescita sostenibile

INVESTIMENTI

  •  Allentamento dei vincoli del Patto di Stabilità per i Comuni
  • Completamento del sistema MOSE di Venezia
  • Fondi ANAS per le Infrastrutture e Salerno-Reggio Calabria
  • Manutenzione straordinaria delle Ferrovie e velocizzazione del Corridoio Adriatico
  • Ricostruzione dell’Aquila
  • Trasporto pubblico locale
  • Ecobonus e ristrutturazioni edilizie”.

La nuova Legge prevede anche l’istituzione della nuova Trise, che andrà a sostituire Imu e Tares.

Nella nota, infatti, si parla della nuova Service Tax: “al posto di IMU e TARES si istituisce una tassa sui servizi municipali il cui gettito andrà interamente ai Comuni. La nuova Service Tax avrà due gambe:

  • La tassa che serve a coprire i costi del servizio di raccolta rifiuti. È calcolata in base ai metri quadrati o sull’effettiva quantità di rifiuti conferita nel caso dei comuni in grado di misurarla. La versa chi occupa l’immobile.
  • La tassa sui servizi indivisibili offerti dai comuni. È calcolata sul valore catastale ed è pagata dai proprietari e per una piccola quota, tra il 10 e il 30%, anche da chi la occupa.

La Service Tax è piena autonomia: una tassa locale pagata ai Comuni per pagare i servizi dei Comuni”.

“La Legge di Stabilità – conclude la nota – stanzia significative risorse per il nuovo ciclo di programmazione dei Fondi europei e nazionali per le politiche di coesione territoriale, impegnando il Governo a fare la propria parte per i prossimi anni in modo strutturato con il concorso di Ue e regioni. In particolare, si stanziano:

  • 24 miliardi di euro di quota di compartecipazione nazionale (che si aggiungono ai quasi 30 miliardi di fondi strutturali UE);
  • ulteriori 55 miliardi per il Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (ex Fondo Fas), di cui l’80% in favore del Mezzogiorno.

In totale si arriva quindi a circa 110 miliardi di euro nei prossimi sette anni per le politiche di coesione territoriale”.

Si nota subito come la nuova legge di stabilità, dopo ben 5 anni di finanziarie improntate alla logica delle politiche di austerity, cerchi di perseguire – in modo maldestro- l’obiettivo di favorire la crescita tramite incentivi alle imprese, ma con provvedimenti ritenuti, da moliti esponenti delle parti sociali, insufficienti per risollevare un’economia in crisi.

Angela Scalisi

Lascia un commento

Crea un sito web o un blog su WordPress.com

Su ↑