Un giorno prima della scadenza per la conversione, passa con 174 sì, 53 no e un astenuto, il decreto sulla Pubblica Amministrazione. Il decreto, divenuto legge nonostante il tempo “tiranno”, contiene norme dirette a ridurre le spese, ad incoraggiare la mobilità e l’efficienza delle P.A
Tra le novità introdotte possiamo citare, a mero titolo esemplificativo, le misure dirette a ridurre le spese (gli sprechi) per le auto di servizio e per le consulenze nella pubblica amministrazione, misure attraverso le quali viene per l’appunto previsto per il nuovo anno un tetto pari all’80% del limite di spesa già stanziato per l’anno 2013 e pari, per il 2015, al 75% del limite a sua volta determinato per il 2014.
L’articolo 2 interviene, ad esempio, in materia di organico soprannumerario, conferimento di incarichi, revisione della spesa per il personale, prevedendo nello specifico che per i dipendenti pubblici in soprannumero trovi applicazione la disciplina pensionistica vigente prima della riforma Fornero e che dal 1° gennaio 2014 tutte le amministrazioni pubbliche, inclusi gli organi costituzionali, siano assoggettate al controllo del costo del lavoro.
Per gli ordini, i collegi professionali, i relativi organismi nazionali e gli enti aventi natura associativa che sono in equilibrio economico e finanziario è, poi, stabilita l’esclusione dall’applicazione della Spending Review, ma gli stessi devono comunque adeguarsi, con propri regolamenti e tenendo conto delle relative peculiarità, ai principi generali di razionalizzazione e contenimento della spesa.
In tema di precariato e di assunzioni nel pubblico impiego, prevista la possibilità di indire nuovi concorsi per le assunzioni a tempo indeterminato esclusivamente in assenza di graduatorie vigenti, le quali rimarranno in vigore fino al 2016. A decorrere dal 1° gennaio 2014 è, inoltre, previsto l’attivazione di un concorso pubblico unico per il reclutamento dei dirigenti statali, la cui organizzazione spetterà al Dipartimento della funzione pubblica, senza oneri per la finanza pubblica.
Quanto alla stabilizzazione del personale precario, è stato esteso al 31 dicembre 2016 il termine per bandire concorsi per assunzioni a tempo indeterminato di personale precario nelle P.A., nel limite massimo del 50% delle risorse disponibili, con la previsione, inoltre, della possibilità per le stesse P.A. di prorogare i contratti di lavoro a tempo determinato dei soggetti, i quali abbiano maturato almeno tre anni di servizio alle loro dipendenze.
Per il comparto sanità, ad esempio, è stato previsto che la regolarizzazione dei precari avvenga tramite un successivo decreto del presidente del consiglio dei ministri che individuerà, “per il personale dedicato alla ricerca in sanità”, quali “requisiti per l’accesso ai concorsi, dei titoli di studio di laurea e post laurea in possesso del personale precario nonché per il personale medico in servizio presso il pronto soccorso delle aziende sanitarie locali, con almeno 5 anni di prestazione continuativa, ancorché non in possesso della specializzazione in medicina e chirurgia d’accettazione e d’urgenza”.
Queste sono solo alcune delle misure che dovrebbero servire ad incoraggiare un recupero di risorse e salvare dall’inefficienza congenita, da cui sembra affetta sin dalle origini, la P.A.
Angela Scalisi







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