Pier Paolo Pasolini: un mistero mai risolto


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Era il 2 novembre del 1975, quando il corpo senza vita di Pier Paolo Pasolini venne ritrovato sulla spiaggia del litorale di Ostia.

Per il suo omicidio venne arrestato il diciassettenne Pino Pelosi, reo confesso dell’accaduto. Secondo Pelosi la tragedia sarebbe scaturita per delle pretese sessuali di Pasolini alle quali Pelosi era riluttante, sfociando in un alterco che sarebbe degenerato fuori dalla vettura. Lo scrittore avrebbe quindi minacciato Pelosi con un bastone del quale il giovane si sarebbe poi impadronito per percuotere Pasolini, che poi sarebbe stato travolto dalla sua stessa auto. Ma la versione di Pelosi presentava evidenti falle: il bastone di legno marcio non poteva risultare l’arma contundente che aveva causato le ferite di grave entità riscontrate sul corpo di Pasolini. Inoltre una colluttazione fra i due era da escludersi a causa dell’assenza sul corpo di Pelosi di ematomi e simili nonché di alcuna macchia di sangue della vittima. Condannato per omicidio volontario in concorso con ignoti, Pelosi ritrattò la sua versione solo nel maggio 2005, quando, a sorpresa, nel corso di un’intervista televisiva,affermò di non essere stato l’autore del delitto di Pier Paolo Pasolini, dichiarando che l’omicidio sarebbe stato commesso da altre tre persone. Varie ipotesi si sono accavallate nel corso degli anni, ma ad oggi  il suo omicidio rimane uno dei misteri italiani irrisolti e le indagini non sono ancora riuscite ad appurare per mano di chi e, soprattutto, per quale motivo Pasolini fu assassinato.

A 38 anni dalla sua scomparsa Pasolini è riconosciuto una tra le più influenti figure della letteratura nostrana, celebrato anche a livello internazionale come intellettuale di spicco, controcorrente e lucido analista della società italiana dal dopoguerra agli anni Settanta.   Negli anni ’50 si dedicò alla redazione di testi poetici e narrativi dai quali trapela un interesse sempre più fervido per il mondo del sottoproletariato capitolino: di questi anni sono Ragazzi di vita (1955), Una vita violenta (1959) e le liriche di Le ceneri di Gramsci (1957) e L’usignolo della Chiesa Cattolica (1958).

L’approdo alla cinematografia si compie negli anni Sessanta. Pasolini esordì dapprima come sceneggiatore, poi prese posto dietro alla macchina da presa. Da ricordare Accattone (1961),Mamma Roma (1962), Il Vangelo secondo Matteo (1964), Uccellacci uccellini (1966). La ricerca in campo filmico continuò durante gli anni Settanta con Il Decameron (1971), I racconti di Canterbury (1972) eSalò o le 120 giornate di Sodoma (1975).

 

 

Maria Chiara Coco

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