A 507 anni la vongola Ming “dona” la vita per la scienza


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Negli ultimi anni la vita è diventata dura per tutti, anche per i molluschi provvisti di valve resistenti come le vongole. La grande vongola, chiamata non a caso Ming, quasi come il più tenero dei nostri pet casalinghi, è stata ritrovata nell’autunno del 2006 tra le acque oceaniche al largo dell’Islanda. Gli studiosi dell’Università di Bangor, nel Galles, erano intenti in tutt’altra ricerca riguardante i cambiamenti climatici eppure, dopo aver posto la loro attenzione su vecchietto dei mari, decisero di stimare l’età della vongola col metodo classico, ossia contando le linee curve riscontrabili sul guscio. Il primo sfolgorante risultato attestava un’età di poco superiore ai 400 anni, portando, in tal modo, la Ming ad essere l’essere vivente più longevo mai ritrovato.

I record sono fatti per essere frantumati, anche dagli stessi ultimi detentori. La seconda più precisa datazione ha stupefatto, l’età della vongola è di 507 anni.

Il suo nome scientifico deriva dalla zona oceanica in cui è stata ritrovata, Arctica Islandica, quello col quale è stata battezzata proviene invece dall’antica dinastia cinese.

Quali dati volevano carpire gli scienziati da questo essere così invidiato? Ovviamente il segreto di questa sua longevità e, non meno rilevanti, gli elementi più importanti attinenti l’evoluzione dello status chimico e climatico dell’ambiente in cui ha vissuto.

Dopo questa affascinante scoperta gli studiosi della Bangor University  hanno ricevuto un consistente aiuto finanziario per continuare le ricerche e, proprio in questo periodo, effettuano delle analisi sugli isotopi dell’ossigeno presente negli anelli del guscio. Ciò potrebbe portare a scoperte interessanti sulla fisiologia della vongola e sui meccanismi che permettono di ritardare l’invecchiamento, sogno mai svanito dell’essere umano.

 

Paolo Licciardello

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