Svolta storica nella Repubblica Popolare Cinese, dove difatti saranno aboliti i cosiddetti ”campi di rieducazione attraverso il lavoro” e sarà ammorbidita la “politica del figlio unico” .
La Cina mise in vigore la legge sul controllo delle nascite nel 1979, per evitare un’esplosione demografica, che avrebbe ostacolato lo sviluppo e la modernizzazione. Da allora i medici cinesi hanno praticato 336 milioni di aborti e hanno sterilizzato 196 milioni di uomini e donne.
In base alla nuova legge, sarà consentito alle coppie cinesi di avere due bambini, solo se uno dei genitori sono figli unici, un alleggerimento della vecchia legge, volta a promuovere uno sviluppo equilibrato a lungo termine della popolazione in Cina.
L’altra importante riforma annunciata dal presidente Xi Jimping in occasione del Terzo Plenum del Comitato centrale comunista, riguarda la chiusura dei campi di lavoro. Istituiti nel 1957 per confinare i “controrivoluzionari” e i colpevoli di reati minori, sono diventanti nel tempo lo strumento per liberarsi senza processo di prostitute, tossicodipendenti, petizionisti, dissidenti e appartenenti a sette religiose illegali; nonché di personaggi scomodi del calibro del dissidente Liu Xiaobo, premio Nobel per la Pace 2010. L’ultima valutazione del Consiglio per i Diritti umani delle Nazioni Unite è del 2009 e riporta di 190 mila persone rinchiuse in circa 320 campi. Ma i veri numeri rimangono segreti. Come segreti sono i numeri delle pene capitali eseguite in Cina che Amnesty International stima siano migliaia ogni anno. Anche i reati soggetti a questa pena si andranno via via sfoltendo e con essi, si spera, il traffico illegale di organi espiantati ai condannati.
Queste due importanti riforme sociali rappresentano un grande passo in avanti sul piano del rispetto dei diritti umani e un segnale positivo per l’attenzione della Cina alle problematiche sociali, prima che al mercato.
Maria Chiara Coco







Lascia un commento