Nuovi “moniti” arrivano dall’U.E. Questa volta nel mirino la Legge di stabilità. L’Italia rischia di non rispettare gli obiettivi del Patto di stabilità e crescita nel 2014: non potrà quindi sfruttare la clausola sugli investimenti, che vale circa 3 miliardi, perché non rispetta la condizione del debito publico in discesa a un ritmo soddisfacente.
“C’è un rischio che la bozza del piano di bilancio per il 2014 non rispetti le regole del Patto di stabilità e crescita – sottolinea per l’appunto la Commissione Unione -. In particolare, l’obiettivo di riduzione del debito nel 2014 non è rispettato”. La bozza di legge di Stabilità analizzata da Bruxelles mette l’Italia a rischio di “non rispetto delle regole su deficit contenute nel Patto di stabilità”. “Per l’Italia c’è un rischio che, con i piani correnti, la regola della riduzione del debito non sarà rispettata nel 2014” si legge ancora nella comunicazione della Commissione.
In difesa del nostro Bel Paese, interviene prontamente il ministero dell’Economia, che dice “non c’è bocciatura” e ricorda come la “valutazione” dell’Europa discenda “da una stima di crescita del prodotto che, come è noto, non coincide con quella del Governo italiano e comporta implicazioni per le proiezioni di finanza pubblica. Va poi sottolineato che la crescita del debito in rapporto al Pil è la risultante della recessione che si è protratta fino al 2013 e del pagamento dei debiti commerciali delle pubbliche amministrazioni, operazione concordata con la Commissione europea. Anche il sostegno finanziario ai Paesi dell’area dell’Euro in difficoltà ha contribuito alla dinamica del debito”. “Questo giudizio della Commissione Ue dovrebbe fare giustizia di chi dice che la soluzione è facile, fin dal primo giorno ho sempre detto che il debito è troppo alto e la riduzione era l’obiettivo primario della nostra strategia”, rileva ancora Saccomanni. “Noi siamo consapevoli che è necessario dare un segnale più forte» sulla riduzione del debito, «siamo consapevoli che serve accelerare”, da qui le misure come “rientro capitali, quote Banca d’Italia, privatizzazioni”.“La spending review darà un risultato di almeno 1-2 punti percentuali”, e gli effetti “si vedranno già nel 2014” ha, infine, assicurato il ministro dell’Economia.
Ancora più dure le parole del viceministro Fassina: “Sarebbe ora che la Commissione facesse un pò di autocritica. Se diamo retta all’Europa l’anno prossimo ci ritroviamo con ancora meno”.
Angela Scalisi







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