Alla voce “Geisha” dell’enciclopedia viene designata la figura di una donna in Giappone esperta “dopo apposito tirocinio, nella danza, nel canto, nella musica, nell’arte di conversare e di preparare e servire il tè, chiamata a intrattenere gli ospiti durante cene e feste”. L’emblematicamente affabile “donna d’arte” orientale possiede antichi rituali che affondano radici sin dal XVIII sec.; nel nuovo millennio tuttavia la geisha assume un’immagine fortemente identitaria, in particolar modo se legata al fattore turismo, attirando gente da tutto il mondo nella speranza di poterne incontrare una. Un interesse nutrito dall’internazionalizzazione delle culture e una passione, quella per il Giappone, fomentata da coinvolgenti letture come il celebre “Memorie di una Geisha” porta a riscoprire remote tradizioni mai cadute nell’oblio.
Non a Tokyo (dove vi è un alto numero di “geishe”) ma a Kyoto, l’antica capitale del Giappone, è facile incontrare una geisha in strada mentre si reca ad uno dei suoi appuntamenti alle case del tè. Basta addentrarsi nelle stradine della città per riscoprire un mondo dove il tempo sembra essersi fermato.
Si aggirano nei loro kimono con passo aggraziato tra i cinque Hanamachi, aree della città riconosciuti come i quartieri della geisha. Il più grande e celebre del Giappone è il distretto di Gion che si estende nella zona di fronte al tempio di Yasaka, originariamente costruito per accomodare i viaggiatori che si recavano per i pellegrinaggi e con il tempo trasformato nel più esclusivo. Questo vide il suo periodo d’oro nella metà del 1800 dove più di 3000 geisha lo popolavano: esse qui (e a Kyoto in generale) usarono il termine “geiko” per definirsi letteralmente “figlia dell’arte”. Come specificato su japancoolture.com parte di Gion è stata dichiarata Patrimonio Culturale Nazionale e opere di preservazione sono in atto da parte della città di Kyoto per restaurare le vie e le antiche costruzioni in tradizionale stile giapponese presenti nel quartiere.
Ultimamente invece nella “culla dell’arte” nipponica il comune ha organizzato una campagna promozionale, dopo l’allagamento e i danni causati da un violento tifone, utilizzando queste affascinanti figure, simbolo per eccellenza di Kyoto, per lanciare un messaggio ambivalente- “Siamo vivi e in ottima salute”- che potesse valere sia per la città che per le sue tradizioni.
Eleonora Mirabile







Lascia un commento