Secondo recentissime“indiscrezioni” nessuno dei sei quesiti sulla Giustizia (responsabilità civile per i magistrati, separazione delle carriere, abolizione dei fuori ruolo in magistratura e dell’ergastolo, stop all’abuso della custodia cautelare in carcere), presentati lo scorso settembre dai Radicali, sostenuti dal Pdl, avrebbe raggiunto la quota 500mila, necessaria per ottenere la votazione referendaria.
La Commissione per i referendum istituita dalla Suprema Corte avrebbe, infatti, ultimato l’inserimento informatico dei dati sulle firme valide per i sei quesiti depositati e concluse le operazioni di controllo, nessun quesito avrebbe raggiunto il tetto delle 500 mila firme.
Il Comitato promotore, ovviamente, denuncia la fuga di notizie e precisa che “Avendo oggi alle ore 15.30 interpellato a tal proposito l’ufficio competente della Cassazione, ci è stato risposto che ‘il conteggio delle firme non è stato ancora concluso’. Inoltre, il Comitato Promotore tiene a segnalare che, a distanza di sessanta giorni dalla scadenza stabilita dalla legge, continuano ad arrivare dai Comuni italiani buste contenenti numerose firme di sottoscrittori dei referendum, dodici delle quali nell’ultima settimana”.
Lo stesso Pannella, sulla difensiva, preannuncia come il Comitato promotore “presenterà immediatamente un nostro, fiducioso ricorso se verranno confermate – con decisione ufficiale della Cassazione – le notizie di stampa di queste ore, sulla non validazione delle nostre sei richieste referendarie per ‘insufficienza’ del prescritto numero minimo di 500mila firme”.
La Commissione per i referendum, comunque, dovrà riunirsi nuovamente lunedì 2 dicembre, per valutare e prendere una decisione su altre sottoscrizioni, giunte dalla Calabria, ma depositate oltre la scadenza dei termini, che per questo motivo non sarebbero ammissibili (tralasciando la circostanza che il loro numero sarebbe comunque insufficiente per raggiungere il tetto delle 500 mila firme necessarie).
Angela Scalisi
Acicastello Informa 
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