Ormai prossima l’udienza della Consulta per valutare l’incostituzionalità del “Porcellum”, il Governo lancia un ultimatum ai partiti: cambiate la legge elettorale in Parlamento, prima che si pronunci la Consulta, oppure interverrà l’esecutivo con un disegno di legge.
Il ministro per i Rapporti con il Parlamento e per il coordinamento delle attività di governo, Dario Franceschini, e il ministro per le Riforme costituzionali, Gaetano Quagliariello, ricevuti dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, mostrano di avere le idee chiare. “Se non si muoverà il Parlamento prima della sentenza della Corte costituzionale sul “Porcellum”, a quel punto si muoverà il governo”, ha messo in chiaro Quagliariello.
I tempi sono comunque molto stretti perché, come ricordato dal presidente della Consulta, Gaetano Silvestri, l’udienza l’udienza della Corte Costituzionale sulla legge elettorale si terrà il 3 dicembre.
Fonti parlamentari sostengono, comunque, che durante l’udienza del 3 la Consulta si limiterà solo ad una pronuncia sull’ammissibilità del ricorso, facendo cosi slittare ai primi di gennaio il pronunciamento nel merito sulla costituzionalità dell’attuale sistema di voto. Se ciò accadesse, i tempi per dar vita a un nuovo modello elettorale, seppur stretti, ci sarebbero.
Date le premesse, si dovrebbe a questo punto puntare a spostare l’iter della riforma dal Senato alla Camera, dove i numeri della maggioranza sono schiaccianti, per poi mettere i senatori di fronte a una scelta obbligata: approvare o apparire fautori del solito “ostruzionismo politico”.
Da notare, comunque, che malgrado l’invito a una decisione celere, il voto sui due ordini del giorno per la riforma della legge elettorale è slittato lo stesso al prossimo lunedì 2 dicembre, praticamente il giorno prima della riunione della Consulta.
Angela Scalisi







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