Il clima sembra peggiorato in tutto il globo e, di conseguenza, anche nel nostro continente si ripercuotono gli effetti degli eventi meteorologici più disparati. Abbiamo già assistito, anche in Italia, alle ormai classiche e terrificanti bombe d’acqua, la Sardegna ne porta ancora i segni ed il lutto.
Il nostro paese fa parte di un sistema geografico ben più grande che comprende tutta l’Europa meridionale nel quale si prevedono oltre alle cospicue ed alluvionali piogge, lunghi periodi di calore afoso accompagnati da vistosa siccità.
Il nord Europa ha appena vissuto il passaggio della tempesta più violenta degli ultimi cinquanta anni e le simulazioni riprodotte dal progetto di ricerca Euro-Cordex non prospettano miglioramenti. Se l’aumento della temperatura entro la fine del secolo sarà, come previsto, tra un minimo di un grado ed un massimo di cinque, il risultato porterà estati più calde proprio nelle nostre zone ed inverni miti tra il Nord e l’Est europeo. Già da qualche tempo gli studi eseguiti dal Gruppo Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici (Ipcc) aveva sottolineato la pericolosità dell’evoluzione climatica, ma proprio l’aspetto generale, geograficamente parlando, ha spinto all’approfondimento da parte di 27 istituti di ricerca che puntano all’anticipazione, per quanto possibile, dell’intensità delle precipitazioni. Questo programma Europeo, fortemente voluto, si concentra su una scala di previsioni che comprende aree di 12 km per lato.
Le aspettative sull’utilità del lavoro svolto negli ultimi tre anni dall’Euro-Cordex sono molte. Questa finestra sui vari piccoli territori potrebbe salvare vite umane e incentivare la messa in sicurezza di parecchi luoghi, in Italia, resi pericolosi, spesso e volentieri, da scellerati piani di urbanizzazione.
Costruire a ridosso o sui torrenti, aggrappati ai pendii o su terreni inappropriati potrebbe finalmente passare di moda.
Paolo Licciardello







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