Appellandosi al principio de “il tempo è denaro“, affermato da Benjamin Franklin, il giovane Ivan Mitin ha creato delle proposte simpaticamente alternative ai classici cafè occidentali. Da qui il termine anti-café (non particolarmente amato dal suo inventore) che affida lo scontrino al ticchettio di un orologio.
Si tratta di una formula decisamente innovativa che prevede il pagamento non in base alla consumazione ma al tempo trascorso nel locale. Così ogni tavolo viene fornito di un orologio: le tariffe sono quelle di “un rublo al minuto”, tradotto in euro si parla di circa 2 centesimi, accessibili a tutti.
Questi spazi ricreativi all’insegna della condivisione di hobbies e tempo libero sono i nuovi punti di ritrovo nella Russia odiena. Luoghi di ristoro che stravolgono completamente il concetto comune di bar a partire dalle fondamenta: nessun menù e nessun cameriere per il servizio. E’ possibile portare un pasto da casa che può essere riscaldato in loco utilizzando i forni a microonde oppure servirsi di caffè, cappuccino, thè, biscotti, panini e snack a volontà per passare un caldo pomeriggio in compagnia. Compreso nel prezzo anche wifi senza limiti, postazioni-lavoro dotate di computer, stampante e scanner, giochi da tavolo per tutti i gusti (e per i nostalgici), Xbox a disposizione e salette-cinama. Vietato assolutamente: fumare e consumare alcolici.
Inoltre nel pacchetto superaccessoriato di questi locali multi funzione è possibile partecipare ad eventi e letture sui temi più vari, o addirittura a corsi organizzati che spaziano dalle danze orientali alle lingue straniere.
L’invenzione degli anticafè viene designata come una sorta di esperimento sociale. Infatti, più che le ragioni del business, a riscuotere il successo dei fortunati centri di aggregazione è stato il desiderio di ricreare un ambiente informale adatto a tutti che possa soddisfare la voglia delle persone di stare insieme, grazie anche ai diversi momenti ludico-didattici per tutte le fasce di età. Un pò come riunirsi a casa di un amico durante una fredda serata invernale: l’idea di Mitin è stata proprio questa quando nel 2010 aprì il suo primo locale nel centro di Mosca “Dom na dereve” (“La casa sull’albero”).
Chi frequentava “La casa sull’albero” poteva trattenersi anche un’intera giornata a leggere un buon libro sorseggiando una bibita calda senza pagare un vero e proprio conto: all’uscita era richiesta una cifra facoltativa in base alle proprie possibilità. Fu però un sistema totalmente anti-economico ed insufficiente per mantenere le spese della dom. Tuttavia Ivan Mitin non si arrese e nel 2012 inaugurò il primo “Ziferblat” (“Quadrante”) sperimentando la formula di pagamento vincente di “un rublo al minuto“. “Più che un ristorante è un esperimento sociologico, questo è un posto dove la gente viene a passare il suo tempo; due rubli al minuto la prima ora, un rublo per le seguenti (1 euro=40 rubli), ad ogni cliente viene dato un orologio e il suo nome viene scritto su una lavagnetta” spiega il giovane proprietario parlando del suo prototipo di Ziferblat che ama considerare come un “Live Social Network“.
Oggi gli anticafé sono in via di sviluppo ed hanno già conquistato le due più importanti città russe, Mosca e San Pietroburgo, insieme a Kazan, Nizhniy, Novgorod, Odessa e Kiev. Chissà che i centri culturali del nuovo millennio ‘made in Russia’ non siano destinati a far presto parte delle abitudini quotidiane dell’Europa occidentale?
Eleonora Mirabile








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