Il diversamente politico Renzo Piano . La sua visione della città del futuro è incentrata sul rammendo delle periferie.


In questi giorni, ancora una volta il neo segretario Pd, Matteo Renzi, si è pronunciato sull’argomento per l’abolizione del Senato, annunciando un testo condiviso entro il 15 febbraio. Ebbene si, proprio ora che uno degli stipendi da senatore a vita è stato devoluto per una buona causa.                    

È infatti, ormai, una realtà il progetto da tempo annunciato dall’arch. Renzo Piano, che ha visto nascere il gruppo di architetti denominato G124 (dal numero della stanza del senatore a Palazzo Giustiniani). Egli riguardo al suo incarico politico dice: “L’unico vero contributo che posso dare non è tanto la mia presenza in aula,  ma continuare a fare il mio mestiere e metterlo a disposizione della comunità”. Così tra 600 candidati sono stati scelti 6 giovani, trattasi di: Michele Bondanelli (38 anni, di Ferrara), Roberto Giuliano Corba (29 anni, di Alghero), Francesco Lorenzi (29 anni, di Roma), Roberta Pastore (32 anni, di Salerno), Federica Ravazzi (29 anni, di Alessandria) ed Eloisa Susanna ( 32 anni, di Cosenza). Affiancati da tre tutor (gli architetti Mario Cucinella e Massimo Alvisi e l’ingegnere Maurizio Milan), essi si occuperanno concretamente di un tema molto caro a Piano: il rammendo delle periferie.

renzopiano e g124

In Italia, quasi il novanta per cento della popolazione urbana vive in periferia, ed in realtà così come espresso dal neo senatore: “… nelle periferie si concentra la vera energia delle città, per cui abbiamo il dovere di renderle più belle, più vivibili e meno fragili, nobilitate da luoghi d’incontro e consolidate da strutture pubbliche fruibili”.

Inoltre lo scorso sabato, Piano è stato ospite di Ottoemezzo;  ed ha ribadito che “..la crescita delle città non è assolutamente impedita dal fatto di limitarne la crescita a macchia d’olio, bisogna non rovinare altro spazio; lo spazio agricolo che c’è attorno alle città non bisogna invaderlo creando delle zone che non sono nulla; non sono ancora città e non sono ancora terreno agricolo…Le città devono crescere d’ora in poi per implosione non per esplosione, devono crescere completandosi e quindi trasformando le periferie in città; urbanizzando le periferie..”.

Uno  dei  punti di partenza per le città del futuro, dovrà essere la formazione di solide cinture verdi oltre il quale fermare l’edificazione. Bloccare l’espansione sul territorio, senza mai dimenticare quanto esso sia fragile sia dal punto di vista idrogeologico e sismico. Contemporaneamente si dovrà, piuttosto, lavorare sull’esistente. A partire dai sistemi di trasporto; sarà fondamentale incrementare e migliorare i trasporti pubblici e porre fine alla creazione di parcheggi. La periferia dovrà essere fecondata da una vita complessa, di modo che non sia solo un grande dormitorio; ma venga arricchita da luoghi d’incontro e di scambio come piazze, mercati. Bisogna completare le ex aree industriali, occuparsi dell’adeguamento energetico, consolidare e restaurare gli edifici, a partire dagli edifici pubblici con priorità per le scuole. Come anche Piano ha ammesso, senz’altro “è un lavoro lungo che richiederà molto tempo. Ma non ci si deve scoraggiare”.

renzo-piano

“..io sono un progettista, sono un architetto; ho l’ottimismo nel mio Dna e quindi vedo sempre gli aspetti positivi

Valeria Rita Torrisi

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