Ai microfoni di Acicastelloonline e sotto i riflettori di AcicastelloInforma i Free Beat Inside e Lenzo, si raccontano…
- Da cosa nasce il gruppo e la passione per questo genere?
RANDOM: Un altro componente della crew è Manuel Alfa, fa beat box, una disciplina dell’hip hop; io e Drillo ci conosciamo tra i banchi di scuola, durante il liceo e intraprendiamo assieme la passione per l’hip hop. Non c’è stato un giorno in cui abbiamo deciso di fondare una crew: eravamo entrambi innamorati di questa cultura. È nato tutto spontaneamente.
- Talento scoperto o curato?
DRILLO: Talento scoperto, anche se abbiamo sempre ascoltato questo tipo di musica, abbiamo fatto la così detta gavetta hip hop.
LENZO: Tutto nasce dalla passione del genere. L’hip hop è un genere che ascolti e che ti porta alla sperimentazione. Rispetto alla disciplina del canto non necessita di uno studio tecnico dietro. Ci vuole cultura musicale e ascoltare il genere per tanto tempo.
RANDOM: Nasce dalla necessità di esprimersi. Abbiamo limato questa passione, abbiamo cominciato a scrivere e lanciare messaggi a qualcuno.
- A chi vi rifate? Avete modelli per i vostri pezzi?
DRILLO: Ci ispiriamo a grandi miti che hanno fatto la storia di questo genere anche se ognuno ha il suo.
RANDOM: Bisogna fare una distinzione tra il mainstream, rap commerciale, e l’underground; io personalmente ho iniziato a seguire il rap con i Onemic, una crew di Torino, anche se il vero stimolo a scrivere è stato dato dalle crew catanesi come i Double Damage e Acque luride scure. Queste sono persone che conoscono bene la cultura hip hop.
LENZO: La base arriva già dagli Articolo 31 e Jovanotti con “La mia moto”, anche se già prima già nell’85-86 abbiamo Isola Posse All Stars, gruppi che nascevano nei centri sociali di Bologna, lì si faceva vero e proprio rap di denuncia.
- MTV spit e talent: entrambi sotto i riflettori, qual è la differenza?
LENZO: Siamo contrari all’hip hop nei talent, perché questa disciplina nasce per strada ed è una cultura che non si deve svendere sotto i riflettori.
RANDOM: A differenza dei talent, lo spit è una battle particolare, e anche se sotto i riflettori, cambia un mondo. Lo spit ti impone una battaglia di freestyle e bisogna improvvisare su dei temi, i talent, invece snaturano il rap…
DRILLO: fin quando è il freestyle va bene, ma dai talent escono pezzi commerciali. E in generale cantare cover di altri rapper non esiste; ci sono dei valori da seguire nel rap e nell’hip hop in generale.
- Che tipo di messaggi volete lanciare?
DRILLO: Io scrivo perché voglio scrivere, ma non per forza voglio rivolgermi a qualcuno, magari ho solo bisogno di sfogarmi. Non voglio dare insegnamenti ma messaggi; attraverso i brani si possono esprimere concetti che poi vanno interpretati dall’ascoltatore.
RANDOM: Gioca molto la riflessione introspettiva che è dettata dal momento.
LENZO: io, ad esempio, ultimamente sto lavorando ad un progetto, facendo un genere soul (rap che viene dall’anima). Posso parlare di temi generici, dipende dal testo e da ciò che sento in quel momento.
- Quanto influiscono i social?
DRILLO: i social influiscono moltissimo, ormai sono i mezzi principali per farsi conoscere; è vero che attraverso questi arrivi più facilmente. Per quanto riguarda il rap è IL mezzo principale serve per diffondere musica e videoclip, anche se ovviamente devi apparire e ti devi fare vedere.
LENZO: Non fa male andare alla battle di freestyle e farsi vedere tra il pubblico e quindi il contatto con la persona è importante.
RANDOM: A noi, artisti emergenti, fa comodo; chi sta già in alto lo usa ma non ne necessita. Senza i social, non c sarebbe modo di farsi conoscere al di fuori della propria città.
- Abbiamo ascoltato un vostro ‘Intro’. Cos è una skit in Beat box?
La beat box è la “quinta” disciplina dell’hip hop, sono suoni fatti con la bocca. Manuel Alfa, terzo componente dei Free Beat Inside, autore della skit, si è affermato con vari live e contest in Sicilia.
- Nei vostri brani, nasce prima il testo o la musica?
Spesso la musica, perché si scrive a tempo sulla musica.
Magari sei a lezione all’università e ti viene un concetto o un pensiero, anche se non è a tempo, sarà successivo l’articolazione sul beat. Ci sono testi che nascono su altre basi, talmente grande è la voglia di scrivere che poi te la cerchi una base edita.
Da qui nasce l’esigenza di non fare un disco ma di fare un mix tape con beat editi presi da youtube.
- A livello di aggregazione, come si articola il gruppo?
Noi ci vediamo per scrivere. La collaborazione nasce scegliendo il tema, volendo parlare di una cosa comune e scriviamo anche separatamente; poi ci confrontiamo sui testi e le strofe. Si traccia una strada e si segue quella.
- Pugni in alto, brano e anche titolo del vostro primo lavoro…
Pugni in alto è l’ABC, è il nostro primo pezzo registrato, il pezzo d’esordio che ha riscosso successo anche su youtube al canale: FreeBeatInside. Nasce dall’esigenza di scrivere e di emergere.
LENZO: Da questo pezzo nasce la nostra collaborazione. Ricordo che ero sul divano e Andrea (RANDOM) mi disse che voleva scrivere un pezzo. Ero in un periodo un pò particolare con il mio gruppo per esigenze di studio e varie. Mi mandò la base e io risposi dicendogli di scriverci su come “revisione introspettiva”. Da lì è nata un amicizia fantastica, tra free style e rap.
RANDOM: Il titolo del brano è anche titolo del mix tape e nasce dall’esigenza di alzare la testa. Se dobbiamo guardare la realtà a 360°, siamo tutti un disagio. Voglia di pugni in alto, di alzare la testa. Volevamo uscire con un pezzo d’impatto. Pezzo su pezzo si è creato il progetto.
DRILLO: Dalla registrazione del pezzo è partita l’idea del mix tape. Già avevamo un paio di testi scritti su carta e li abbiamo concretizzati e racchiusi in un progetto. Questo ha dato il la ai Free Beat Inside.
- Nome del gruppo: FREE BEAT INSIDE, come nasce?
DRILLO : viene da un mio ‘trip mentale’. Possiamo fare la divisione del nome FREE BEAT INSIDE: libero dentro il beat. Beat anche perché c’è Manuel Alfa che fa beat box.
- Secondo voi, qual è il pubblico migliore?
RANDOM: L’ascoltatore intelligente è quello che non considera l’autoproclamazione. Se colpisci dentro, allora sei un ascoltatore attento che comprendi le parole.
DRILLO: Non c è un ascoltatore ma c’è chi vuole ascoltare.
LENZO: Essendo l’ hip hop una cosa facente parte della musica, chi ascolta, ascolta la musica. Il rap lo affiancherei più alla poesia. Il pubblico deve essere intelligente. A volte la metrica non è seguita da tutti. E’ considerato come musica di nicchia, perché purtroppo non ci sono molte persone che conoscono questo genere.
- Da cosa nasce il binomio Catania-Roma nel pezzo ‘Coatti de Catania’?
DRILLO: Ceres, il ragazzo che ha viene da Roma e si è trasferito a Catania. Anche lui fa rap e da qui abbiamo deciso di scrivere un testo insieme. È stato il primo testo scritto senza la base. Abbiamo voluto trattare l’argomento con leggerezza e autocritica verso la nostra città.
- ‘Sempre sorriderai’, prossimo brano in scaletta, il tema è differente…
RANDOM: Un singolo che ho voluto fare in un periodo particolare della mia vita; ha altri toni ed un significato molto importante. Riascoltandola oggi.. l’ascolto e sorrido, non mi lascia un amaro in bocca. È un brano diverso, un pò sentimentale. Anche qui c è un messaggio dietro, che può arrivare a chi ascolta e che deve far riflettere sul fatto che anche quando finisce qualcosa deve esserci sempre un motivo per sorridere.
- Cicatrici, prossimo progetto di LENZO.
LENZO: Cicatrici. Un disco che ha toni molto soul e funkeggianti. Le cicatrici sono quelle che rimangono dentro sotto diversi punti di vista. C’ è un percorso all’interno del disco, dalla parte più depressiva a quella più risolutiva con ‘Nulla è per sempre’. C’è la malattia e anche la cura. Io non tendo a dare soluzioni ma posso descrivere ciò che ho vissuto e descrivere come ho reagito. La traccia è “Povere illusioni”.
Giuliana Ventura.







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