
Con 283 si, 89 no e un solo astenuto, la Camera ha approvato in via definitiva il disegno di legge di conversione, con modificazioni, del decreto-legge 16 gennaio 2014, n. 2: proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione.
Nel pomeriggio di giovedì era già arrivato il via libera dell’aula della Camera alla questione di fiducia (con ben 325 si), la prima posta dal nuovo Governo Renzi, per l’appunto sul dl di proroga delle missioni internazionali nelle quali il nostro Paese si trova impegnato.
Il decreto comprende una serie di disposizioni volte ad assicurare, per l’appunto, per il periodo compreso tra il 1 gennaio e il 30 giugno 2014, la proroga della partecipazione del personale delle forze armate e di polizia alle missioni internazionali, nonché la prosecuzione degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione.
Una maggioranza larga quella ottenuta alla Camera per un testo sul quale, data l’importanza e il ritorno politico soprattutto a livello di visibilità internazionale, il governo ha per l’appunto posto la sua prima fiducia.
Non sono, ovviamente, mancate le polemiche: tra i dissenzienti anche La Russa il quale richiama giustamente in causa la vicenda dei due marò italiani e ribadisce che “Bisogna dare un segnale chiaro sulla vicenda dei marò, che sembra essere tornata nell’oblio. Non possono i nostri soldati essere buoni per combattere in Afghanistan o per fare i gendarmi della pace e poi essere abbandonati come persone senza diritti da noi e dagli organismi internazionale sotto l’egida dei quali sono andati a svolgere una missione. Anche se non ci sono, stanno guardando la Camera dei deputati che al di là di qualche telefonata o visita nulla di concreto dopo due anni ha fatto per riportarli a casa. Lanciamo un segnale per avere un sussulto. Se i Marò non tornano in Italia non possiamo continuare a partecipare alle missioni all’estero”.
Angela Scalisi







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