La riforma del lavoro: arriva il Jobs Act


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Capitolo riforma del lavoro proposta dal Neo – Governo: il governo prevede di realizzare l’annunciata riforma mediante un decreto legge per il contratto a termine e l’apprendistato e con diverse deleghe per le rimanenti questioni. Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, assicura però che «dopo l’approvazione da parte del Parlamento, il governo in sei mesi presenterà un nuovo codice del lavoro».

Il nuovo decreto legge abroga l’interruzione di dieci giorni tra un contratto a termine e l’altro (potranno durare al massimo tre anni e saranno applicabili senza causale per un massimo del 20% sul totale dei lavoratori) e interviene anche sui contratti di apprendistato, i quali dovranno essere redatti per iscritto solo per la parte riguardante il contratto e il patto di prova (e non quindi per tutto il piano formativo individuale), prevedendo, anche, da un lato che il datore di lavoro non avrà più l’obbligo di integrare la formazione di tipo professionale con l’offerta formativa pubblica, e dall’altro che la retribuzione dovrà essere pari al 35% del livello di inquadramento.

Vi sarà, altresì, un sistema di deleghe: alcune interverranno sugli ammortizzatori sociali puntando ad «un sistema di garanzia universale », con un assegno che sarà «graduato in ragione del tempo in cui la persona ha lavorato». Si andrà, dunque, verso «l’esaurimento della Cig in deroga», mentre si manterranno «la Cig ordinaria e straordinaria ». Universale sarà anche la tutela per le lavoratrici madri: avranno l’indennità anche in caso di mancato versamento dei contributi da parte del datore di lavoro. Con altre deleghe verrà istituita un’Agenzia nazionale per l’impiego e verrà redatto «un testo organico di disciplina delle tipologie contrattuali dei rapporti di lavoro». In arrivo anche «il compenso orario minimo, applicabile a tutti i rapporti di lavoro subordinato».

Per quanto riguarda il progetto europeo Garanzia Giovani, finanziato con 1,7 miliardi, questo partirà dal 1° maggio, offrendo ai giovani (una platea potenziale di 900 mila persone) entro quattro mesi dal termine degli studi o dall’inizio della disoccupazione una opportunità di lavoro, di formazione o stage. Il governo destinerà, inoltre, queste le parole di Renzi, «600 milioni per l’aumento del credito d’imposta per i giovani ricercatori, per creare entro il 2018 100mila posti di lavoro». Investimenti anche per il lavoro autonomo con la previsione di un fondo di 500 milioni che, a partire dal primo giugno, sarà destinato a chi vuole creare imprese sociali.

Tempi certi, dunque, per raggiungere un obiettivo unico: «Bisogna dare a tutti gli italiani un’occasione e un’occupazione. Essere inutili è una condanna ingiusta», chiarisce Poletti.

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In sostanza il nuovo «Jobs Act» di cui si parla orma da diverse settimane sarà una sorta di sistema di deleghe tendente a riorganizzare «l’intero sistema del lavoro dall’assegno un disoccupazione, al salario minimo, agli ammortizzatori, alla tutela delle donne in maternità».

Angela Scalisi

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