Per gli studiosi di Milano-Bicocca, Cnr, Università di Parma e Università della California a San Diego basta meno di un secondo al nostro cervello per riconoscere una bugia ed il corrispondente bugiardo. Sono 300 i millesimi di secondo che il nostro computer personale, il cervello, impiega per interpretare l’espressione dell’interlocutore nel momento in cui decide di propinarci una “balla”; l’espressione non è tutto, anche il modo di atteggiarsi è uno specchio dell’animo del bugiardo. Il segreto di questo speciale “sesto senso” è nascosto nella corteccia orbito-frontale, zona cerebrale dove si elaborano tali strane sensazioni che, a volte, non riusciamo bene a carpire.
Lo studio, pubblicato sul Plos One, ha previsto che 30 studenti universitari osservassero 280 fotografie, una raccolta di immagini di otto attori teatrali intenti nel replicare degli stati d’animo. Il senso visivo è stato coadiuvato da delle descrizioni verbali riguardanti ogni particolare sensazione riprodotta dagli attori. Durante l’esperimento gli studenti sono stati sottoposti ad una termografia elettromagnetica a bassa risoluzione affinché si misurasse l’attività del cervello. I dati hanno mostrato che l’encefalo, in soli 300 millisecondi di secondo, riconosce che qualcosa non va nel comportamento o nel linguaggio di chi parla perché riesce ad evincere una sorta di incoerenza. Vengono comparate, in un baleno, informazioni visive che riguardano i movimenti del corpo del soggetto posto di fronte a noi e sensazioni provenienti dalla nostra memoria.
Solo dopo questo complesso calcolo che avviene nella corteccia orbito-frontale ventromediale effettuiamo la nostra decisione. Sembra ovvio affermare che se questa elaborazione cerebrale non è perfetta, il pallonaro di turno può anche riuscire nell’intento di ingannarci. Come spesso accade, questo è un ottimo punto di partenza.
Paolo Licciardello







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