Intervista Filippo Papa: in mostra con “Fotogramma”


foto-di-un-fotogramma-del-videoarte-5885 (4)

 

 

Diplomato da un anno in Graphic Design presso l’Accademia di Belle Arti di Catania e già con una ricca esperienza alle spalle. Dopo il successo della prima personale fotografica nella prestigiosa cornice del “Palazzo della Cultura” di Catania e del conseguente tour itinerante di “Tre Anime” nell’hinterland siciliano, Filippo Papa aggiunge una nuova tappa al suo progetto: la location che si appresta ad ospitare i lavori del giovane artista è il suggestivo Castello di Spadafora (in provincia di Messina) che dal 3 al 13 aprile farà da proscenio all’arte fotografica in tutta la sua immutabile bellezza.

  1. Filippo Papa a distanza di due anni da “Tre Anime”, cosa è (o non è) cambiato?

A distanza di due anni dalla presentazione di “Tre Anime” sono cambiate molte cose, mentre altre sono rimaste salde dentro di me e si sono consolidate. Tutto si evolve, per fortuna oserei dire, e tutto muta. “Tre Anime” è stata un’esperienza lavorativa che  è andata oltre alla semplice espressione artistica, è stata prima di tutto una grande esperienza di vita non solo come artista, ma specialmente come uomo.  Tutto questo mi ha fatto crescere tantissimo e la crescita personale è andata di pari passo con la crescita della  mia ricerca artistica che ha subito una profonda evoluzione.

  1. La presenza formativa e l’impronta stilistica di “Tre Anime” appare evidente. Può essere definita come la base fondante della tua ricerca artistica e dei tuoi lavori?

Assolutamente si. Tutto ha un principio, e quel principio condiziona inevitabilmente il resto della  vita. Nel mio caso, la vita a cui mi riferisco è quella prettamente artistica, anche se tutto è strettamente connesso  anche  alle mie idee personali e passioni.  Le tematiche che ho voluto raccontare con la mia prima personale “Tre Anime” sono alla base della mia ricerca artistica. Però  come detto in precedenza tutto si evolve e con fotogramma ho voluto rappresentare questa evoluzione. Il rapporto fra la mia produzione artistica più importante, quindi le stesse  opere di “Tre Anime” e la mia nuova ricerca artistica espressa con la videoarte e le video installazioni.

  1. Perchè “the best works”?

L’evento, per quanto riguarda la parte fotografica è una raccolta di lavori più importanti e significativi della mia produzione artistica fin adesso, i miei “the best works”. Un viaggio e un racconto fotografico che parla della mia espressione artistica. Tutto ciò si scontra e si fonde inesorabilmente con il mio presente, in questo caso con la presentazione della mia prima video installazione dal titolo “Metamorfosi del fotogramma”  e del mio primo  videoarte dal titolo “5885”.

  1. Questa volta protagonista indiscusso del tuo nuovo progetto è il fotogramma. Cosa ti ha spinto verso questa scelta?

Non è stata una scelta, anzi posso dire che il fotogramma ha scelto me. Secondo il mio parere, nell’ambito della pura espressione artistica non si fanno scelte ma si “subiscono” (in senso positivo del termine) delle ispirazioni interiori che successivamente diventano la tua scelta.

  1. Come nasce l’idea di “Fotogramma”?

Tutto nasce dall’evoluzione espositiva del concept  del  mio  elaborato di tesi dal titolo “Fotogramma” (viaggio nella comunicazione visiva dalla fotografia alle videoinstallazioni), a cura del Prof. Marco Lo Curzio, docente di Metodologia progettuale della comunicazione visiva, per il conseguimento del diploma di laurea  presso l’Accademia di Belle Arti di Catania. Ed è proprio la massima attenzione alla “progettazione” che sfocia nella comunicazione visiva ed artistica ,diventando “leitmotiv” di questo nuovo evento espositivo. Tutto ciò è frutto dell’excursus che racconta il viaggio che ha trasformato la fotografia in fotogramma, e il fotogramma prima analogico e poi digitale che è divenuto la cellula espressiva del video. Questa accurata ricerca metodologica ha aperto nuovi orizzonti della mia ricerca espressiva.

  1. Come è strutturato l’evento?

L’evento di snoderà su due diversi filoni: una parte fotografica suddivisa anch’essa in tre parti quali “fotogrammi in bianco e nero”, “fotogrammi a colori” ed “estensione”;  poi vi è una parte in cui è presente una videoinstallazione, dal titolo “Metamorfosi del fotogramma”,  costituita principalmente dal videoarte  “5885”.

Sarà un lavoro incentrato sulla forza della ricerca, dove  con l’utilizzo di nuovi strumenti espressivi sperimenterò la mia visione del mondo.

  1. “Nell’essenza primordiale del fotogramma vive l’agire del mondo contemporaneo”: in che modo secondo te?

Questa mia citazione è la filosofia fondante dell’evento, che spiega la mia visione di “fotogramma” all’interno del contesto contemporaneo.  Siamo immersi in un vivere quotidiano di immagini, che sono espresse in  foto o in un  insieme di frammenti  che danno forma ad un video. Siamo bombardati in ogni istante della nostra esistenza da input visivi, che non sono solamente naturali ma anzi principalmente artificiali  o artificiosi.  Viviamo nella società dell’immagine, dei social network e dell’interattività, credo che l’immagine in se quindi sia ormai diventata la cellula primaria del nostro tempo. Cercherò di rappresentare questi concetti proprio nel mio primo videoarte “5885” che già dal titolo fa capire tutta la sua filosofia, infatti rappresenta il  numero di fotogrammi al suo interno.

  1.  Il fotogramma può definirsi come comune denominatore tra fotografia e video. Come quest’ultimo combacia con la tua passione fotografica?

 Posso dire che nell’essenza stessa del fotogramma, e nella sua intrinseca versatilità trovo l’unione fra questi due aspetti della mia ricerca artistica. Non ho dovuto fare uno sforzo progettuale per fare combaciare questi due aspetti, anzi tutto è stato naturale.

  1. Dagli esordi la curatrice referente del progetto Marilisa Yolanda Spironello ti ha accompagnato nel tuo percorso. Può dirsi un sodalizio professionale inossidabile il vostro?

La dott.ssa Spironello è la figura professionale che ha veramente creduto nel mio lavoro e nella sua forza fin dal nostro primo incontro. Successivamente il nostro “sodalizio professionale” come lo hai definito, si è rafforzato con il tempo, crescendo sempre più  visto che a livello professionale riscontriamo un’importante sintonia. Quando si trova una collaborazione importante tutto viene naturale e può durare nel tempo.

     10. Perché Filippo Papa ama definirsi “artista visivo”?

Amo definirmi “artista visivo”,  perché al contrario, non amo molto la definizione di genere artistico, sembrerebbe un paradosso ma  credo che la definizione più generica di “artista visivo” possa calzarmi a pennello. Questo perché cerco di esprimermi in varie forme artistiche dalla fotografia, al graphic design,  alla video arte e alle installazioni artistiche, cercando di dare il massimo in tutto quello che faccio.

 foto-titolo-salto-sulla-terra-misura-50x70-anno2012

Fotogramma di Filippo Papa

A cura di Marilisa Yolanda Spironello

Mostra personale di fotografia e videoinstallazione, the best works

Spadafora (ME)

3-13 Aprile 2014

Castello di Spadafora, via Umberto I n°59

 

 

Eleonora Mirabile

foto-titolo-god-and-man-misura-50x70-anno2012

 

 

Lascia un commento

Crea un sito web o un blog su WordPress.com

Su ↑