Dopo tre mesi di lotta e speranza, arriva il primo raggio di luce per la famiglia Schumacher. Una lotta senza tregua contro un infido destino che ha costretto al letto per un trauma cranico riportato in un fortuito incidente, un uomo, un campione, che per decenni aveva guardato la morte in faccia alla guida della sua monoposto. La manager Kehm riaccende le speranze, abbattendo le voci di chi dava il campione tedesco per spacciato: «Michael sta facendo progressi, mostra momenti di coscienza e di veglia». Sabine Kehm, per la prima volta dal giorno della caduta sugli sci del 29 dicembre scorso a Meribel parla di uno Schumi vigile, che risponde ai primi stimoli esterni.Un traguardo importante per il 7 volte campione del mondo di F1, che ridà speranza a tutti i tuoi fans. «Siamo al suo fianco durante questa battaglia lunga e difficile, con l’equipe dell’ospedale di Grenoble, e restiamo fiduciosi», si limita ad aggiungere la Kehm, smentendo così indirettamente che sia in programma un trasferimento del tedesco dal nosocomio.
La famiglia continua una guerra parallela in nome della privacy, con la scelta di non rincorrere le innumerevoli indiscrezioni. La Kehm conclude così il suo comunicato: «La famiglia non intende fornire ulteriori dettagli. Questo è necessario per proteggere la privacy dell’ ex pilota e dei suoi cari ed al contempo di permettere ai medici di lavorare con la necessaria tranquillità».
Dunque per Michael non si prevedono trasferimenti, almeno nella «favolosa» stanza di terapia intensiva da 12 milioni di dollari che secondo il «Sun» la moglie Corinna intenderebbe far realizzare nella loro villa di Nyon, sul lago di Ginevra.
Non possiamo fare previsioni, la strada è ancora lunga; non ci resta che sperare di vederlo uscire al più presto da Greboble.
Chiara Vittorio







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