Non cessa l’emergenza sulla costa orientale della Sicilia. Le ultime ore sono state segnate da nuovi arrivi e da nuove circostanze assai difficili da risanare. I centri d’accoglienza sono al collasso e non riescono più ad offrire i servizi adeguati per i migranti, disperati, in arrivo nelle province siciliane di Catania e Ragusa.
«Siamo in emergenza sanitaria perché l’ospedale Maggiore di Modica, già in difficoltà per la carenza di posti letto e di personale, ora è alle prese con i numerosi casi di tubercolosi e scabbia e un caso di Aids, segnalati durante i ricoveri di alcuni migranti sbarcati in questi giorni a Pozzallo»: l’allarme è lanciato dal sindaco di Modica, Ignazio Abbate, che si appella alle autorità sanitarie nazionali e regionali per affrontare questa grande urgenza che vive l’ospedale della sua piccola città.
Nella frenesia dell’emergenza non si placano le polemiche, anzi si acuiscono i malesseri e le preoccupazioni. A seguito dell’utilizzo delle strutture e dei mezzi utilizzati per i primi soccorsi non sono mancati i dissensi da parte degli abitanti. Numerosi genitori, con portavoce il consigliere comunale del partito politico il Megafono, Michele Colombo, hanno palesato le loro preoccupazioni riguardanti l’utilizzo dei bus, presentando un’interrogazione urgente al sindaco modicano dove si chiedeva di essere informati in maniera dettagliata sulle “procedure attuate dalle aziende di trasporto circa i pullman che vengono utilizzate sia per il trasferimento dei migranti che per le gite scolastiche e forse addirittura per il servizio di scuolabus mattutino”.
Fino ad allora, le sessanta famiglie interessate ed allarmate, non faranno partecipare i figli-discenti alle gite d’istruzione (una prevista lunedì 5 maggio) e al servizio Scuola Bus.
Nessuna discriminazione etnica, sostiene il consigliere Colombo, che considera più che legittima la preoccupazione dei genitori, poiché «alcuni immigrati nei giorni scorsi, secondo quanto riportato dagli organi di stampa, sono stati riscontrati tubercolosi, scabbia e ad una donna sarebbe stata riscontrata pure l’Aids. E dalle informazioni assunte informalmente non ci sarebbe alcuna azione di disinfezione operata dalle compagnie degli autobus».
In queste ultime 24 ore sono giunti sul nostro litorale circa 400 profughi, tra loro 43 donne, una delle quali incinta, e 24 bambini di varie nazionalità: Mali, Ghana, Belize, Niger, Sudan ed anche Siria e Palestina. La donna in stato di gravidanza verrà immediatamente trasferita a bordo di un’ambulanza nel reparto di Ostetricia dell’ospedale Ingrassia di Palermo.
Alessia Aleo
[fonte delle dichiarazioni_Corriere della Sera]







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