Sono passati millenni dalla loro costruzione ma ancora oggi non sono chiare le tecniche costruttive adoperate per erigere i più grandi monumenti del mondo. Le piramidi, maestose quanto misteriose, posizionate in svariate zone del pianeta, attirano ed impressione sin dalla loro costruzione. Quelle egizie, in primis, hanno sempre destato l’ingegno e la fantasia degli studiosi. Quanti segreti ancora celano?
Una delle domande frequenti posta anche dagli appassionati riguarda il metodo di trasporto degli enormi blocchi di pietra. Il trucco, se così lo vogliamo definire, è l’utilizzo di un materiale che abbonda in quelle zone della Terra: la sabbia. Questa da sola, però, non sarebbe stata sufficiente ad agevolare il trasporto degli enormi mattoni; si è scoperto, con uno studio effettuato alla Fom (Fondazione per la ricerca fondamentale sulla materia), dell’Università di Amsterdam, incentrato sulla frizione dei materiali, e tramite esperimenti, che la giusta quantità di acqua mescolata a sabbia produce capillarità aumentando il modulo di scorrimento della sabbia stessa.
La sabbia da sola provocherebbe troppo attrito e si andrebbe ad accumulare davanti alla slitta che sorregge e trasporta il carico. Di contro, una mescola con troppa acqua determinerebbe un brusco calo del modulo di scorrimento portando ad un attrito spinto.
Gli egiziani antichi, secondo quanto riportato sul Physical Review Letters e come si può evincere dal murale ritrovato nella tomba di Djehutihotep, posizionavano i blocchi, le statue e quant’altro indispensabile all’abbellimento dei loro siti, su delle slitte trainate da quelli che ormai vengono intesi operai veri e propri; alcuni si occupavano di bagnare la sabbia su cui doveva scorrere il carico ottenendo il dimezzamento della forza richiesta allo spostamento. Sbalorditivo il murale ritrovato nella tomba risalente al 1850 avanti Cristo dove viene riprodotto il trasporto di una statua sacra e dove è possibile ammirare un operaio intento a versare dell’acqua davanti alla slitta.
La ricerca del Fom intende districarsi nello strano mondo del comportamento dei materiali con consistenza granulosa affinché si possano sfruttare al meglio le loro caratteristiche in termini di trasporto e lavorazione. Dal passato al presente senza scomodare scomode ed improbabili teorie.
Paolo Licciardello








Lascia un commento